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Lo smartphone di Jeff Bezos hackerato su WhatsApp è un iPhone X

Attraverso una linea di codice di 14 byte nascosta in un video, gli hacker hanno avuto accesso al telefono di Jeff Bezos e ai suoi contenuti, incluse foto e comunicazioni private. Ma che smartphone usa il fondatore di Amazon?
A cura di Marco Paretti
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Nel maggio 2018 Jeff Bezos ha ricevuto un messaggio su WhatsApp. Ad inviarlo, secondo gli investigatori, sarebbe stato il principe dell'Arabia Saudita Mohammed bin Salman. Il contenuto, un video da 4,4 MB, mostrava come anteprima l'immagine delle bandiere saudita e svedesi sormontate da un testo in arabo. Bezos, che aveva già avuto conversazioni con il principe saudita, quel giorno non si aspettava un messaggio – e di certo non un video con quella strana anteprima – ma l'ha aperto comunque. È così che, attraverso una linea di codice nascosta grande appena 14 byte, gli hacker hanno avuto accesso al suo telefono e ai suoi contenuti, incluse foto e comunicazioni private. Ma che smartphone usa Bezos?

Secondo il rapporto del New York Times, il dispositivo utilizzato dal fondatore e CEO di Amazon è un iPhone X. Un dettaglio non di poco conto, perché sottolinea l'utilizzo di una delle poche falle che caratterizzano sia Android che iOS, generalmente un sistema operativo più sicuro per quanto riguarda virus e malware. Eppure è bastato un video per introdursi all'interno dell'iPhone di Bezos e accedere ai suoi dati, potenzialmente scaricando le informazioni relative al tradimento della moglie da parte del magnate, poi finito al centro di una disputa con il National Enquirer, che qualche mese più tardi avrebbe ricattato Bezos facendo leva proprio sui contenuti che avrebbero dimostrato il tradimento del CEO.

Nel febbraio 2019 Bezos avrebbe poi consegnato il suo iPhone X alla FTI Consulting per un'analisi accurata che ha portato alla scoperta delle conversazioni tra il principe Salman e Bezos a partire dallo scambio di numeri di cellulare avvenuto nell'aprile 2018 a os Angeles. Da quel momento il principe ha avviato diverse conversazioni con il fondatore di Amazon fino all'invio del video incriminato contenente i 14 byte di codice malevolo. In quel momento l'iPhone di Bezos ha iniziato a inviare grandi quantità di dati, del 29.000 percento più alte del normale secondo gli investigatori.

La FTI ha inoltre individuato l'utilizzo di applicazioni come Safari e Mail, due software non utilizzati da Bezos. Anche i backup di iCloud, che avrebbero spiegato la quantità di dati in upload, non venivano usati dal magnate. Per analizzare questi dati l'azienda ha sfruttato il jailbreak e alcuni metodi per bypassare i controlli di sicurezza di Apple sull'iPhone.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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