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L’uomo che ha inventato il World Wide Web ora lo considera disfunzionale e perverso

30 anni fa nasceva il World Wide Web. Il progetto di Tim Berners-Lee ha portato alla connessione di metà della popolazione mondiale, trasformando profondamente la società in cui oggi viviamo. Ma 30 anni hanno trasformato anche la visione dell’informatico, che oggi considera la sua creatura un sistema disfunzionale e perverso.
A cura di Marco Paretti
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30 anni fa nasceva il World Wide Web. Nel marzo del 1989 l'informatico Tim Berners-Lee ha realizzato quello che negli anni precedenti era diventato il suo obiettivo, cioè quello di creare un sistema per organizzare informazioni. Un progetto concretizzatosi proprio nel World Wide Web lanciato 30 anni fa e che in tre decenni ha portato alla connessione di metà della popolazione mondiale, trasformando profondamente la società in cui oggi viviamo. Ma 30 anni hanno trasformato anche la visione di Berners-Lee, che oggi considera la sua creatura un sistema disfunzionale e perverso, che nei prossimi tre decenni deve imparare a migliorarsi.

Lo ha spiegato in una lunga lettera pubblicata proprio per il compleanno del web, dove spiega che internet non è più una "forza del bene" ma un sistema disfunzionale che deve i suoi problemi a tre cause separate. La prima è costituita dagli attacchi informatici malevoli portati avanti da alcuni stati del mondo e dalle molestie virtuali. "I governi devono adattare le leggi all'era digitale" ha spiegato Berners-Lee. "Devono assicurarsi che i mercati restino competitivi, innovativi e aperti".

La seconda causa dei problemi del web è che, secondo il suo creatore, ora si basa su incentivi perversi, come i modelli pubblicitari sui quali si basano colossi come Facebook e Google che ricompensano "il clickbait e la diffusione virale della disinformazione". "Le aziende devono fare di più per garantire che i loro profitti non vadano contro i diritti umani, la democrazia o la sicurezza pubblica" ha continuato. Infine, Berners-Lee sostiene che l'attuale design del web stia portando a conseguenze negative inaspettate, come la polarizzazione delle discussioni online.

Già dallo scorso anno la World Wide Web Foundation di Berners-Lee ha rilasciato il suo "Contratto per il web", un documento che vuole proporre delle linee guida per utenti, aziende e governi per riportare il web sul tracciato originale. La proposta è stata supportata da politici e aziende come Facebook, Google e Microsoft, ma è ancora poco chiaro se questo elemento ha di fatto avuto un impatto sui loro business. Uno dei punti fondamentali di questo documento è quello di trattare il web come un diritto basilare per chiunque, un'idea che ad oggi resta ancora un'utopia. Circa metà della popolazione mondiale non ha accesso ad internet e un grande numero di famiglie dei paesi in via di sviluppo non possiede una connessione sufficientemente veloce. "Se non costruiamo ora un web migliore, non sarà il web ad averci deluso. Saremo noi ad aver deluso il web" ha concluso Berners-Lee.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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