Passera: il digitale può essere un boot formidabile per la crescita italiana
L'inaugurazione del secondo Digital Economy Forum non poteva cominciare in maniera migliore, con l'intervento di Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo Economico, che ha annunciato i quattro punti principali di cui si compone la sua strategia per il rilancio dell'Agenda Digitale. Un rilancio obbligato, secondo Passera, un volano grazie al quale è possibile imprimere una spinta considerevole alla stagnate economia interna, per avere “crescita buona, quella che dà lavoro e aumento di Pil”. Il primo passo è quello della banda larga, anche se le stime fornite dal Ministro sono forse un po' troppo ottimiste; “Il digital divide oggi è stato ridotto al 5% ma sparirà entro il 2013 grazie a nuovi investimenti come i 400 milioni messi a disposizione per il Mezzogiorno”.
OCCORRE UNA CULTURA DIGITALE – Mutuando la celebre frase di d'Azeglio, “Cablata l'Italia, ora dobbiamo fare gli italiani”, ed ecco che Passera chiarisce come le infrastrutture da sole non siano sufficienti se manca una cultura, un'educazione all'utilizzo delle nuove tecnologie. Il buon esempio deve venire prima di tutto dalla Pubblica Amministrazione, non solo con l'utilizzo dei nuovi sistemi informatici al suo interno ma con una vera e propria politica che spinga il cittadino a preferire i nuovi strumenti piuttosto che quelli tradizionali. Una cultura digitale che, dopo la PA, deve investire anche il mondo delle piccole e medie imprese, altri attori fondamentali nella “rivoluzione digitale” di cui il nostro paese ha da tempo bisogno per rimettersi al passo con i partner europei. L'ultimo punto di Corrado Passera è tutto dedicato alle startup, vera fucina di innovazione nonché orgoglio del made in Italy e possibile biglietto d'ingresso verso i difficili mercati stranieri. Per le nuove idee ed i progetti originali il responsabile del MSE ha messo su una vera e propria task force di esperti coordinata da Alessandro Fusacchia che avrà il compito di analizzare e individuare le misure da attuare per rendere l’Italia un terreno fertile in cui coltivare nuove imprese.