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Perché disattivare il rallentamento degli iPhone non è una buona idea

In un’intervista ad ABC News, Tim Cook in persona ha annunciato che presto verrà introdotta la possibilità di disattivare il rallentamento degli iPhone. A detta di tutti si tratta di una grande vittoria per i consumatori, ma analizzando a fondo la questione in realtà potrebbe essere una pessima idea.
A cura di Dario Caliendo
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Con il prossimo aggiornamento, Apple darà la possibilità agli utenti di disabilitare il rallentamento degli iPhone. Insomma, è ormai chiaro che il colosso di Cupertino sia molto (ma molto) dispiaciuto dell'accaduto e che stia facendo di tutto per prendere ogni provvedimento necessario per sistemare le cose.

Dopo l'introduzione di un programma di sostituzione della batteria a prezzo scontato (si parla di 29 euro), in un'intervista ad ABC News, Tim Cook in persona ha ufficializzato l'arrivo di questa nuova funzionalità nel prossimo aggiornamento di iOS per iPhone.

"Forniremo agli utenti la possibilità di visualizzare la salute della batteria in maniera davvero trasparente. Se non volete questa funzione potrete disabilitarla", ha spiegato il CEO di Apple.

A detta di tutti, si tratta di una grande vittoria per i consumatori. Ma analizzando a fondo la questione, in realtà potrebbe essere una pessima idea.

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Perché? Perché la modifica della gestione dell'alimentazione inserita (di nascosto) da Apple per evitare riavii indesiderati nei dispositivi con batterie poco prestanti potrebbe essere stata spinta da buone intenzioni, ma come dimostrano la crescente rabbia dei consumatori e le decine di cause legali (anche in Italia, dove l'Antitrust ha iniziato un'indagine ufficiale per obsolescenza programmata), Apple ha tentato di risolvere questo problema con una politica in cui ha sbagliato veramente tutto: non si tratta di obsolescenza programmata, e la stragrande maggioranza degli utenti hanno perso la fiducia per l'azienda a causa della scarsa trasparenza con cui si è tentato di risolvere il problema.

Dato per certo che non sia ancora chiaro cosa abbia spinto Apple in questo buco nero, è chiaro quindi che ad oggi l'unica arma a disposizione dell'azienda per riconquistare la fiducia dei consumatori sia quella di adottare una politica di estrema trasparenza. Ma chi conosce bene Apple e le sue politiche aziendali, si renderà conto di come questa mossa non abbia alcun precedente e di come vada contro una delle filosofie fondamentali dell'azienda: le cose devono funzionare.

Aggiungendo questa possibilità agli iPhone rallentati, su cui non è stata ancora sostituita la batteria, Apple ha fatto un enorme passo verso Android (in cui ad esempio è possibile modificare prestazioni e risoluzione del display per aumentare l'autonomia della batteria) cedendo il controllo parziale dell'hardware e del software agli utenti e comunicando, in un certo senso, che non sa più "cosa è meglio per il tuo iPhone".

Parliamoci chiaro. Sono convinto che la stragrande maggioranza degli utenti di iPhone la possano pensare come me: ho sempre avuto un iPhone perché non ho voglia e tempo di pensare a tutte queste impostazioni e tutto quello che voglio è uno smartphone che funzioni, senza troppi fronzoli.

È molto probabile che affidare agli utenti la possibilità di gestire la possibilità di disabilitare i rallentamenti agli iPhone non sistemi le cose. Perché sì, è vero che gli smartphone non saranno più rallentati, ma d'altro canto sarà molto probabile che inizino a riavviarsi inaspettatamente, rendendo la gestione e l'utilizzo del dispositivo molto più frustrante.

Spetterà quindi agli utenti decidere se continuare ad utilizzare un iPhone più lento ma più stabile, oppure se utilizzare uno smartphone più veloce ma sicuramente meno stabile. E nel caso in cui qualcuno dovesse decidere di disabilitare questa limitazione delle prestazioni, siamo sicuri che poi non inizi a lamentarsi dei continui riavvii del dispositivo? No, anzi è probabile che Apple venga invasa nuovamente da critiche, proprio per l'instabilità di sistema degli iPhone.

Insomma, a conti fatti per Apple la strada non sarà facile. E probabilmente non c'è alcun modo di risolvere il problema senza importanti perdite economiche e nell'immagine. Sta a Tim Cook e soci cercare di trovare una soluzione più indolore possibile, ma (per ora) l'uscita dal tunnel sembra ancora molto, molto lontana.

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