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Rimborso del canone Rai? Cestinate subito il messaggio, è un tentativo di phishing

L’Agenzia delle entrate denuncia una truffa a suo nome ai danni degli abbonati Rai, allo scopo di carpirne i dati sensibili.
A cura di Juanne Pili
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Non solo certe catene di supermercati, ma anche enti statali come la Rai possono avere noie da parte di buontemponi interessati a carpire i nostri dati, magari quelli del conto in banca. Così l’Agenzia delle entrate si è trovata a denunciare la circolazione di mail truffaldine a suo nome riguardanti il canone Rai e fantomatici rimborsi che non verranno mai riscossi. Se vi capita di trovare messaggi del genere nella vostra casella di posta cestinateli subito senza esitare.

Attenzione ai contatti fasulli

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Il primo elemento che dovrebbe catturare la nostra attenzione è l’indirizzo mail contraffatto, non riconducibile realmente all’Agenzia la quale ha già una sezione per contatti e assistenza dove possiamo accertarcene. Dovrebbe essere la prima cosa da fare prima di aprire messaggi di posta del genere: andare direttamente nel sito ufficiale dell'ente e controllare i suoi contatti ufficiali per relazionarsi con l'utenza. L’oggetto delle mail è un rimborso, cosa che può effettivamente stuzzicare la curiosità del malcapitato abbonato Rai, il quale verrà subito reindirizzato ad un sito dall’indirizzo fasullo: "www.rimborso.rai.it". Se provate a darci un’occhiata direttamente vi risulterà una pagina bianca. Anche facendo una ricerca avanzata su Google usando i comandi "site", "intitle" o "inurl", possiamo accertarci che non c'è niente nel sito ufficiale della Rai che rimandi a sezioni del genere.

Il phishing è sempre in agguato

L’Agenzia raccomanda giustamente di cestinare questi messaggi, senza cliccare sui collegamenti presenti. Soprattutto è tassativamente sconsigliato – in qualsiasi caso – fornire i propri dati sensibili, tanto meno quelli del proprio conto in banca. Effettivamente nelle mail si chiede all’utente di cliccare su un link che rimanda ad un modulo da compilare, siamo di fronte quindi ad un vero e proprio tentativo di phishing, ovvero la pratica truffaldina più diffusa per carpire dati alle persone, anche solo questi possono essere preziosi in un’epoca in cui la profilazione dei navigatori in Rete è strategica, sia a livello commerciale che politico.

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