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Scatta l’indagine antitrust contro la ricerca online di Google

Il colosso della ricerca online sta per essere indagato dalla Commissione Usa al business e al commercio (FCT) per abuso di posizione dominante e violazione delle regole antitrust; il titolo perde subito il 2% a Wall Street.
A cura di Vito Lopriore
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Google, dopo i recenti problemi avuti in Inghilterra per evasione fiscale, sta per essere sottoposto alla più grande inchiesta aperta negli Usa contro una compagnia miliardaria. L’indagine coinvolge l'abuso di posizione dominante nel mercato, mancato rispetto della concorrenza e violazione delle regole antitrust: dunque il sospetto che la più grande azienda del mondo della ricerca in Internet abbia usato e stia usando metodi non trasparenti per convogliare il traffico del web sul proprio motore e così far crescere a dismisura i proprio introiti, a danno dei competitor, si fa sempre più reale.

La Commissione Usa che sovrintende al business e al commercio, la Federal Trade Commission (FCT) sta per lanciare una formale indagine governativa contro il gigante della ricerca, secondo il Wall Stree Journal ma Google e FCT non hanno rilasciato dichiarazioni. Ci sono state molte inchieste negli ultimi anni per abuso di posizione dominante e negli Usa, fino ad oggi, queste riguardavano soprattutto le acquisizioni e partnership, come l’ultima di ITA, società che produce software per l’industria aeronautica.

Questa volta invece l’investigazione esaminerà il cuore del business di Google, vale a dire la ricerca e l’advertising legato ad essa. Google rappresenta circa i due terzi delle ricerche su Internet negli Stati Uniti (e quasi il 90% nel Regno Unito) e, secondo i critici, utilizza ingiustamente la posizione dominante per favorire la propria crescente rete di servizi. La Commissione Europea, in Novembre, ha aperto una formale indagine accusando Google di discriminare i servizi concorrenti nei risultati di ricerca e impedire ad alcuni siti web di utilizzare annunci da parte dei concorrenti.

I commenti degli esperti

Gli esperti legali hanno detto che l’indagine può essere simile per grandezza a quella del 1991 contro Microsoft, che finì 10 anni dopo, in accordo col docente Geroge Mason della Law School, che ha aggiunto che le possibilità di Google di essere colpevole di comportamento antitrust sono molto piccole. Il professore Joshua Wright ha dichiarato che negli Stati Uniti per portare al successo un caso contro Google bisogna dimostrare che è stata l’azienda a nuocere ai consumatori “Da outsider, direi che è un ostacolo più alto per loro oggi contro Google di quanto lo fosse allora con Microsoft”, ha concluso.

Il professor Christopher Yoo della University of Pennsylvania Law School ha dichiarato “Questa è una delle grandi preoccupazioni per Google, anche se dovessero prevalere in tribunale; Stati Uniti ed Unione Europea stanno condividendo informazioni e queste indagini doppie possono essere molto efficaci".

In conclusione la dichiarazione di un dirigente di Google, rilasciata sul blog aziendale, dopo il lancio dell’inchiesta ufficiale europea l’anno scorso “Dato il successo e la natura dirompente delle nostre attività, è del tutto comprensibile che abbiamo causato disagio ad altre aziende e catturato l’attenzione del legislatore". Se BigG, oltre all'algoritmo dei misteri che ha reso celebre il supermotore, utilizzi “mezzi scorretti” per incanalare gli utenti sul suo network, sarà compito degli investigatori dimostarlo; intanto il titolo a Wall Street ha perso subito il 2%, dopo le indiscrezioni degli ultimi giorni, e questa notizia, se confermata, sarà un nuovo grande problema per i fondatori Page e Brinn e per Eric Schmidt, Chairman e Chief Executive Officer, in forti legami con l’Europa e con il premier britannico Cameron.

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