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Truffe telefoniche

Truffe telefoniche, strani messaggi su WhatsApp e chiamate da numeri sconosciuti o esteri. I tentativi di truffa e di phishing si sono moltiplicati nel corso degli ultimi anni sfruttando nomi di aziende e operatori telefonici. Ecco quindi una guida per scoprire come difendersi, come evitare di cadere trappola delle truffe telefoniche e a chi segnalarle.
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A cura di Marco Paretti
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Truffa Walgiri ping call

Di truffe telefoniche riguardanti cellulari, WhatsApp e numeri truffaldini e pericolosi si parla ormai da diversi anni, come nel caso delle telefonate mute dalla Tunisia, eppure nel corso dell'ultimo periodo l'argomento sembra essere diventato ancora più attuale. Anche grazie alla diffusione di truffe che non solo sfruttano la rapida diffusione delle applicazioni di messaggistica istantanea come WhatsApp e Telegram (oltre alle ormai abusate email), ma viaggiano attraverso chiamate telefoniche e si basano anche su elementi quotidiani come i contratti del gas di Enel e le offerte dei maggiori operatori telefonici, come Tim, Vodafone e Tre. Ecco quindi una guida per scoprire come difendersi e come comportarsi quando si riceve una chiamata o un messaggio da un numero sconosciuto o pericoloso, come evitare di cadere trappola delle truffe telefoniche e a chi segnalarle.

Ti è arrivato un messaggio strano su WhatsApp? Potrebbe essere una truffa

Ad oggi il phishing su WhatsApp è senza dubbio una delle attività preferite dai malintenzionati quando si tratta di provare a diffondere frodi telefoniche a più utenti possibili. In questo caso le strategie sono molteplici e possono sfruttare la diffusione tramite numero sconosciuto o, sempre più spesso, rendere virale un messaggio che quindi verrà inoltrato dagli stessi utenti, rendendolo ancora più pericoloso. Come dicevamo, spesso dietro questi tentativi si nasconde un "semplice" phishing: può essere la promessa di uno sconto da parte di una grande azienda, buoni di vario tipo per accedere a merce gratis o la sempreverde truffa che avvisa gli utenti dell'imminente ritorno di WhatsApp a pagamento. Ma anche inattese comunicazioni della Guardia di Finanza o supposti pagamenti doppi delle bollette. L'obiettivo di tutti questi approcci è quello di spingere gli utenti a cliccare sul link contenuto nei messaggi, che spesso rimanda ad una pagina dal look simile a quello dei reali siti web dell'azienda in questione, come Adidas o McDonald's, all'interno della quale vengono richiesti i dati personali.

Phishing su WhatsApp: ecco cosa fare

Quando ci troviamo davanti a questi messaggi, il consiglio principale è di essere quanto più prudenti e sospettosi possibile. Innanzitutto WhatsApp ha iniziato a etichettare tutti i messaggi inoltrati con la chiara dicitura "inoltrato"; se quindi il messaggio relativo ad uno sconto o ad un'offerta dovesse recare questa indicazione, dovrebbe farvi già scattare un campanello d'allarme. È infatti probabile che si tratti di una catena di Sant'Antonio partita da chissà dove. L'altro elemento da valutare è quello del link stesso: spesso basta fare attenzione all'indirizzo URL per accorgersi che qualcosa non va. Se infatti i malintenzionati possono ingannare gli utenti proponendo una grafica identica a quella del sito originale (per esempio di una banca), non possono fare altrettanto con l'indirizzo, che chiaramente nasconderà qualche elemento strano, come parole estranee o domini non istituzionali come il .org. Infine, il suggerimento è quello di controllare sempre sui canali ufficiali delle aziende se sconti o offerte sono pubblicizzati anche lì e, in generale, di utilizzare solamente i siti web ufficiali collegandosi direttamente dal proprio browser.

Truffe telefoniche tramite SMS: come difendersi

L'approccio utilizzato tramite WhatsApp è stato per anni (e lo è tuttora) al centro di una pratica che coinvolge anche i semplici SMS. In questo caso, però, oltre alle catene di Sant'Antonio vengono utilizzati numeri sconosciuti o numeri esteri per diffondere truffe che nascondono solo tentativi di phishing. Anche in questo caso il consiglio è quello di prestare massima attenzione a link e messaggi, cercando di non inserire mai dati personali all'interno delle pagine web collegate agli URL inviati per messaggio. In questo caso è anche importante non rispondere ai messaggi nel caso in cui venga richiesto un input: rispondere con un "Sì" o con altre frasi di assenso potrebbe attivare servizi a pagamento che in questo caso potrebbero prosciugarvi il conto telefonico.

Hai ricevuto una chiamata da un numero sconosciuto? Come comportarsi

Una delle truffe più diffuse e pericolose degli ultimi anni è però quella che sfrutta una vera e propria chiamata telefonica da un numero sconosciuto o da un numero estero. In questo caso gli oggetti della chiamata possono essere molteplici: dalle bollette del gas di Enel al finto avvocato, passando per le innumerevoli finte offerte telefoniche proposte a nome di operatori come Vodafone, Tim, Tre e Fastweb. E, spesso, a finire nel mirino dei malintenzionati sono gli anziani. In queste occasioni è importante fare attenzione a numerosi aspetti, soprattutto a ciò che si dice.

Truffe al telefono, basta un sì per cadere nella trappola: le parole da non dire

Il problema principale di questo approccio è che spesso basta una parola per finire nella trappola dei malintenzionati. Basta un semplice "Sì" per dare il consenso e chi organizza queste truffe sa come ottenerlo facilmente. Basta una chiamata da un finto operatore che si tiene sul generico: "Buongiorno è la compagnia elettrica, ci risulta una sua bolletta insoluta, ma forse ha pagato e dobbiamo verificare". A questo punto parte la domanda fatidica: "Lei è il sig. Tizio, residente in via eccetera ed eccetera?". Qui la registrazione è iniziata e voi sicuramente risponderete con un "Sì". La truffa è fatta: con il vostro consenso è possibile attivare servizi premium non richiesti. Attenzione anche alle domande-trabocchetto come "mi sente?" o "ha ricevuto l’accredito?", perché anch'esse hanno come obiettivo quello di farci dire "Sì".

Ti hanno chiesto il codice Pod? È una truffa

Spesso i clienti vengono contattati con la scusa di verificare il pagamento di una bolletta, per la quale vengono richieste una serie di informazioni con il solo scopo di ottenere dalla vittima il codice Pod, una sorta di pin bancomat della bolletta che identifica il posto fisico dove avviene il prelievo dell’energia elettrica. Comunicarlo al telefono, ma anche ai venditori porta a porta, è pericolosissimo e non andrebbe mai fatto. Con esso, infatti, è possibile cambiare il vostro contratto.

Cosa dire se ti chiama un numero sconosciuto

Ma come fare a districarsi in questo campo minato di parole da non dire al telefono? Prima di tutto, proprio come  per i messaggi, bisogna approcciare queste proposte con un forte spirito critico. Bisoga poi evitare risposte secche come "Sì" e "No", preferendo espressioni come "giusto", "corretto" e "non so". Infine, non andrebbero mai comunicati i dati personali per telefono, ma sarebbe buona norma chiedere a chi ci sta chiamando di quali dati è in possesso. A quel punto solitamente la chiamata si interrompe.

I numeri a cui non bisogna mai rispondere

Difficile indicare una vera e propria lista di numeri telefonici a cui non rispondere. Questo perché spesso le chiamate truffaldine arrivano da prefissi normali, come 02 o 06, che quindi è difficile da associare ad un tentativo di truffa. Tra questi i più conosciuti sono +39 02 80886927, +39 02 692927527, +39 02 22198700, +39 0280887028 e +39 0280887589. Di certo, però, è più semplice diffidare delle chiamate in arrivo da numeri esteri, come il recente caso dei numeri turchi con prefisso +216 e i sempreverdi +373 e +383. In questo caso bisognerebbe prestare massima attenzione, soprattutto nel caso in cui non si abbiano rapporti con qualcuno residente nel paese da cui proviene la chiamata.

Le telefonate mute: i numeri da non richiamare

Quando si parla di numeri di telefono esteri e sconosciuti, spesso lo si fa nell'ambito delle chiamate mute. Queste ultime rappresentano un tentativo di truffa differente rispetto a quello sopracitato, ma altrettanto pericoloso. Avviene mediante semplici chiamate mute da numeri che spesso recano un prefisso straniero, ma che possono provenire anche dall'Italia. Dopo pochi squilli la chiamata viene interrotta e ad una prima occhiata potreste pensare di averla persa. Oppure, nel caso in cui doveste rispondere, dall'altro capo del telefono non sentireste nulla, come se la chiamata avesse problemi di connessione, o ascoltereste della musica classica. In realtà l'obiettivo di chi chiama è proprio questo: instillare nella mente della vittima l'idea di aver perso una chiamata da un numero sconosciuto e spingerlo a richiamarlo. La truffa scatta proprio nel momento in cui provate a richiamare per capire di chi si tratta: si finisce per chiamare un numero a pagamento, con tariffe che possono arrivare anche a 1,50 euro al secondo. Dall'altra parte si sentono rumori indefinibili o degli squilli e, ovviamente, più si resta in attesa più si spende. Il consiglio è quello di non richiamare questi numeri sconosciuti o, prima di farlo, provare almeno ad inserirli su Google per controllare che non siano già truffe note.

TrueCaller, l'app per difendersi dalle truffe telefoniche

A provare ad aiutarci ad identificare i numeri malevoli ci pensa da ormai diversi anni un'applicazione disponibile sia su iOS (quindi iPhone) che su Android. Si chiama TrueCaller ed è di fatto un grande raccoglitore di numeri pericolosi e malevoli che, al ricevimento di una chiamata, è in grado di indicarvi chiaramente se si tratta di un numero sospetto o meno. Si installa gratuitamente e facilmente dal Play Store e dall'App Store e può bloccare chiamate e SMS malevoli in totale autonomia. È di certo un grande alleato nella lotta alle truffe telefoniche su smartphone.

A chi segnalare le truffe telefoniche

Infine, in molti si chiedono a chi segnalare le truffe telefoniche nel momento in cui vengono individuate. Questi tentativi, infatti, ricadono sotto il reato previsto e sanzionato dall'articolo 640 del codice penale, una norma che punisce "chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno". La pena, per l'ipotesi base di reato, è quella della reclusione da sei mesi a tre anni e della multa da euro 51 a euro 1.032. Se siete caduti in trappola o avete individuato un tentativo di truffa potete quindi sporgere querela alle competenti autorità: polizia, carabinieri, guardia di finanza e così via. È bene ricordare, però. che il termine per presentare querela è di tre mesi dal giorno della notizia del fatto che costituisce il reato. Anche se non obbligatorio, è sempre bene chiedere l'assistenza di un legale, anche per mettere in risalto gli elementi utili ad evitare che venga disposta l'archiviazione.

Infine, da qualche tempo è possibile denunciare alla Polizia Postale anche online, attraverso il sito del Commissariato Online. Per farlo è sufficiente recarsi sul portale ufficiale e seguire le istruzioni per sporgere denuncia. In questo caso, si legge sul sito, "ogni denuncia compilata on line viene recapitata, telematicamente, all’Ufficio della Polizia Postale e delle Comunicazioni  prescelto dall’utente, ove poi si recherà per la sola formalizzazione". È anche consigliata la segnalazione all'operatore nel caso in cui un numero dovesse provare a truffarvi con offerte o contratti relativi a quella data azienda.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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