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Quanto costerà andare nello spazio da turista come Bezos e Branson

I fondatori dei due gruppi aerospaziali Virgin Galactic e Blue Origin sono riusciti a varcare la frontiera celeste con voli organizzati dalle loro compagnie che hanno aperto le porte all’era del turismo spaziale su scala commerciale; per i prossimi anni però il progresso tecnologico non consentirà proprio a tutti di visitare lo spazio.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Se fino a pochissimo tempo fa viaggiare nello spazio era un sogno riservato agli astronauti o alla fantascienza, le ultime settimane hanno dimostrato come questo obbiettivo possa essere alla portata anche di eventuali turisti. Richard Branson e Jeff Bezos, rispettivamente fondatori dei due gruppi aerospaziali Virgin Galactic e Blue Origin, sono riusciti a varcare la frontiera celeste con voli organizzati dalle loro compagnie che hanno aperto le porte all'era del turismo spaziale su scala commerciale; per i prossimi anni però il progresso tecnologico non consentirà proprio a tutti di arrivare nello spazio, ma solo ai facoltosissimi imprenditori che potranno permettersi il costo esorbitante dei biglietti in vendita.

Le aziende del turismo spaziale

I gruppi aerospaziali che mirano a offrire viaggi nello spazio con cadenza regolare al momento sono tre, fondati da altrettanti imprenditori multimiliardari: la SpaceX di Elon Musk, Blue Origin di Jeff Bezos e Virgin Galactic di Richard Bronson. Ciascuno punta su tecnologie leggermente o radicalmente diverse e su una propria flotta di aeromobili con un aspetto in comune: si tratta di vettori in larga parte riutilizzabili, che potranno cioè portare i turisti nello spazio per poi tornare a terra pronti per un nuovo viaggio. Solo così questi gruppi possono sperare di organizzare viaggi a cadenza regolare e trarre un profitto dalle loro attività – nonostante il costo dei biglietti possa superare anche la decina di milioni di dollari.

Le tipologie di viaggio

Tecnicamente alla voce turismo spaziale si possono ascrivere esperienze decisamente diverse tra loro. Inspiration4, coordinata dall'imprenditore Jason Isaacman a settembre 2021 utilizzerà un vettore e una navetta realizzati da SpaceX per spedire un equpaggio di quattro civili in orbita intorno alla Terra per 3 giorni al termine dei quali la navetta rientrerà sul pianeta schiantandosi nell'oceano. Un altro progetto in calendario che poggerà su SpaceX è Ax-1 della statunitense Axiom Aerospace, che all'inizio del 2022 dovrebbe portare tre turisti sulla Stazione Spaziale Internazionale per 10 giorni, prima di un rientro sulla Terra con le medesime modalità di Inspiration4. Meno chiaro è quando si realizzerà il viaggio intorno alla Luna che vedrà tra i suoi protagonisti il miliardario giapponese Yusaku Maezawa. Il progetto si basa sempre sul supporto tecnico di SpaceX ed è l'unico che vedrà la possibile partecipazione di persone comuni, che saranno scelte dal patron con un concorso; purtroppo lo stesso miliardario ha già dato prova di essere piuttosto volubile sui dettagli dell'iniziativa, ma se tutto va come deve andare il lancio è previsto per il 2023.

I lanci effettuati negli scorsi giorni da Blue Origin e Virgin Galactic sono meno spettacolari ma già operativi e sulla buona strada per diventare veri e propri business: si tratta di voli suborbitali che portano i passeggeri ad altitudini minori – tra gli 80 e i 100 chilometri – e per pochi minuti, ma comunque in condizioni di microgravità e in una posizione adatta a osservare la curvatura del pianeta da punti di vista mozzafiato. Il vantaggio di queste tipologie di volo, oltre alla relativa semplicità rispetto a una missione nello spazio profondo, è che per i passeggeri si tratta di un'esperienza più confortevole e priva del rientro traumatico di uno splashdown.

Quanto costa un viaggio nello spazio

Le diverse tipologie di viaggio avranno prezzi di accesso decisamente diversi tra loro. La missione Ax-1 a bordo della ISS ad esempio è costata ai primi turisti 55 milioni di dollari ma si può considerare una vera e propria vacanza con pernottamento. Il discorso è diverso per Blue Origin e Virgin Galactic, che stanno già organizzandosi per effettuare voli frequenti e vendere biglietti con modalità commerciali, simili a quelli di un'attrazione in un parco divertimenti.

Blue Origin ad esempio era finita sotto i riflettori per aver venduto all'asta per 28 milioni di dollari l'unico biglietto in vendita per il suo primo volo; già dal prossimo lancio però il prezzo di un posto sulla navicella New Shepard costerà drasticamente meno. Il valore stratosferico del biglietto venduto poche settimane fa consisteva proprio nel fatto che si trattasse del primo e unico titolo di viaggio disponibile, e che l'acquisto fosse legato a un'asta al rialzo; quando il gruppo inizierà a vendere biglietti a un prezzo fisso, quest'ultimo scenderà drasticamente verso cifre più simili a quelle chieste da Virgin Galactic. La società di Richard Branson ha venduto già anni fa i primi biglietti per la sua esperienza suborbitale al prezzo di 250.000 dollari prima di ritirarli dal mercato nel 2014 in seguito a un incidente avvenuto durante uno dei voli di prova; dopo il test con a bordo il numero uno dell'azienda le vendite ripartiranno in previsione dei primi voli organizzati per l'anno prossimo, e secondo gli analisti di UBS i prezzi saliranno inizialmente a quota 300.000 dollari.

Nei prossimi mesi – quando tutti i gruppi coinvolti avranno ammortizzato i costi di spazioporti e navicelle – i prezzi dei biglietti potrebbero scendere sensibilmente, ma prima che i viaggi turistici nello spazio diventino un'esperienza per tutti passeranno anni. Per la maggior parte delle persone, l'unica speranza per riuscire a mettere le mani su un viaggio spaziale resterà dunque però lo scenario Maezawa: sperare che un'azienda o un individuo in cerca di pubblicità sponsorizzi uno dei prossimi voli mettendo in palio uno o più biglietti da poter vincere superando il criterio economico.

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