Se non ora, quando? Se Immuni, l'applicazione per il tracciamento dei contatti, non viene scaricata adesso dagli utenti italiani, quando lo sarà? Attualmente l'app ha raggiunto i 3,3 milioni di download, un dato che la ministra dell'Innovazione Paola Pisano indica come positivo, ma che è ancora molto lontano da quello che garantirebbe a Immuni una vera efficacia. Per questo obiettivo si parla di una copertura pari al 60% degli italiani, circa 36 milioni di persone. Ne mancano 32 milioni. Tanti, soprattutto visto che il boom di download di un'applicazione si ha durante i primi giorni di lancio, quando Immuni ha raggiunto poco meno di 2 milioni di download per poi salire lentamente verso i 3.
"Siamo all'inizio, sono passati pochi giorni da quando è finito il periodo di sperimentazione" ha spiegato la ministra Pisano durante un'intervista a Eta Beta su Rai Radio. "Dobbiamo ancora entrare nel vivo della campagna di comunicazione". Ma quando inizia questa campagna di comunicazione? L'app è disponibile dall'1 giugno in Italia, con un'attivazione nazionale avvenuta il 15 giugno. A distanza di quasi un mese dal lancio, la comunicazione sull'importanza dell'app è passata prevalentemente dai giornali e da dichiarazioni sparse della ministra. C'è uno spot previsto per le reti Rai che su YouTube ha raccolto 4.000 visualizzazioni, ma nell'ambito digital la comunicazione è stata molto periferica.
In questo modo si è mancato clamorosamente quel momento fondamentale del lancio che per un'app rappresenta il periodo chiave per racimolare il grosso dei download. È così per tutte le applicazioni e Immuni, pur rappresentando una categoria molto particolare di software, non fa eccezione. Certo ci sarà una coda lunga un po' più marcata, ma si è persa l'occasione fondamentale di veicolare il messaggio sull'importanza dell'app in maniera chiara e diffusa. Lo si è fatto anche perché il lancio avvenuto il primo giugno è stato confusionario e frammentato, consentendo a tutti di scaricare e avviare l'app anche se in realtà la sperimentazione è iniziata qualche giorno più tardi in sole quattro regioni e qualche settimana dopo in tutta Italia. E nel frattempo sono arrivate le notifiche "Immuni non funziona" che non hanno fatto altro che creare ulteriore confusione. Tutto questo, peraltro, in un periodo fondamentale: quello della riapertura che anticipa quello delle vacanze estive.
La verità è che, come era ormai chiaro, anche questo elemento comunicativo sottolinea il fatto che alla base di Immuni ci sia uno sviluppo raffazzonato iniziato molto dopo l'annuncio da parte del Governo e modificato in corsa per essere compatibile con il sistema di Apple e Google per le notifiche di tracciamento. Insomma, si è navigato a vista producendo un'app che sembra di certo uno strumento funzionale e ben strutturato, ma che sta scontando gli effetti di una difficile gestazione che ne ha minato la comunicazione proprio in una fase dove era importante rassicurare sul funzionamento dell'app e sulla protezione dei dati. Elemento che poi si riflette nei dati: 3,3 milioni di download e poco più di 40 utenti positivi – e che hanno quindi caricato le chiavi anonime con le quali contattare le persone con cui hanno avuto rapporti stretti – nel corso delle ultime due settimane. Troppo poche. Per fare un paragone, l'app tedesca è stata scaricata 6,5 milioni di volte. Un dato leggermente migliore, ma bisogna anche considerare che la popolazione della Germania conta 23 milioni di persone in più rispetto all'Italia.