Ecco Threads, l’app per parlare con gli amici di Instagram (di cui non avevamo bisogno)
Nata probabilmente con lo scopo di contrastare la (nuova) forte crescita di Snapchat, la nuova applicazione rilasciata da Facebook è una sorta di ibrido tra Instagram e WhatsApp e permette di comunicare con i propri contatti più importanti tramite Direct. Questa, in soldoni, è Threads un'app disponibile per iOS ed Android focalizzata sulla possibilità di "creare uno spazio intimo e privato da condividere soltanto con persone selezionate", nella quale si avrà il pieno controllo di chi potrà mettersi in contatto con noi.
Come funziona
Nata sulle basi di Direct, l'app dismessa da Facebook con la quale l'azienda tentò di creare un "Messenger di Instagram", Threads si connette all'account del social network fotografico e, una volta attiva, chiederà agli utenti di selezionare i propri contatti più importanti, che di fatto saranno gli "amici più stretti" presenti in nel social per le condivisioni fotografiche. E proprio per questo, tutte le conversazioni che si terranno su Threads, verranno salvate e saranno accessibili anche in Direct di Instagram.
Nella nuova applicazione tutto gira attorno all'invio di foto e video, possibile in maniera ancora più immediata grazie anche all'integrazione delle icone dei propri amici più stretti direttamente in una barra presente nella fotocamera: una volta consentito l'accesso all'app, basterà scattare una foto o registrare un video, per poi selezionare a chi la si vuole inviare, ed il gioco e fatto.
E fin qui nulla di interessante, ammettiamolo. In realtà la funzione più innovativa, per la quale (forse) Threads inizia ad avere un senso, è una nuova versione dello "Stato" di WhatsApp, con la quale si potrà attivare un messaggio di stato automatico che, tramite geolocalizzazione, darà informazioni su dove si trova l'utente e sullo stato della batteria, senza però fornire alcuna coordinata precisa. Insomma, un po' come succede su Snapchat.
I dubbi sulla privacy
E per placare sul nascere gli eventuali dubbi sulla privacy, contemporaneamente al rilascio di Threads, quelli di Facebook hanno rilasciato una nota stampa nella quale viene spiegato per filo e per segno il funzionamento della nuova funzione di Stato automatico. "Prima che l'Auto Status sia abilitato" – si legge nella nota – "ti verrà comunicato quali informazioni sono richieste e ti verrà chiesto di concordare in modo specifico. L'Auto Status non condividerà la tua posizione precisa con i tuoi amici, e quando Threads invia le informazioni sulla posizione al nostro server non vengono memorizzate lì: questi dati vengono conservati sul tuo dispositivo solo per un tempo limitato". Il che vuol dire che "le informazioni sulla localizzazione precisa collezionate per l'Auto Status non verranno utilizzate a scopo pubblicitario".
Ne avevamo davvero bisogno?
Probabilmente no. Ma tentar non nuoce, cara Facebook. In realtà però, nonostante Zuck e tutto il suo staff siano in costante competizione con Snapchat, dopo la rimozione della visualizzazione dei "Mi Piace" su Facebook e Instagram, e l'arrivo di Threads, il quadro della futura rotta intrapresa dai social network di Menlo Park è piuttosto chiara e, analizzandola seguendo il filone "future is private", sembra che tutto stia andando nel verso giusto.
Fatto sta però, che milioni di persone si sono ormai lanciate verso la condivisione dei video su TikTok, una piattaforma che, nonostante le diatribe degli ultimi tempi, deve il suo successo a diverse funzionalità (molte delle quali ormai eliminate da Facebook e Instagram). E in barba a WhatsApp, TikTok è diventata l'applicazione più scaricata al mondo, superando la piattaforma per i messaggi gratis. E un motivo ci sarà: sull'app gli utenti registrano e condividono brevi clip video, scegliendo se legare le proprie performance a un brano musicale, se registrare anche la parte audio oppure se prendere in prestito quest'ultima da un altro video per ridoppiarlo; alcuni semplici ma efficaci strumenti di montaggio rendono possibile creare contenuti più complessi della media come dialoghi e sketch, mentre il modo in cui è impostata l'app propone un rullo infinito di clip e commenti dal quale è difficile sganciarsi. E la stragrande maggioranza sono pubblici, aperti a tutti e con il conteggio dei like.