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Stati Uniti contro Huawei

Gli scienziati di Huawei non potranno più revisionare le pubblicazioni scientifiche dell’IEEE

L’importante associazione internazionale che conta più di 420.000 membri tra tecnici, ingegneri, ricercatori e professori provenienti è l’ultima organizzazione ad aver preso le distanze da Huawei. Gli scienziati della società non potranno più intraprendere attività di validazione e revisione degli articoli pubblicati nelle numerose riviste edite dal gruppo.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Il divieto di collaborare con Huawei imposto dall'amministrazione Trump alle aziende USA ormai più di due settimane fa sta continuando ad avere ripercussioni anche al di fuori dell'ambito strettamente commerciale. L'ultima organizzazione che ha deciso di rivedere la propria posizione nei confronti del colosso cinese degli smartphone e delle telecomunicazioni è l'Institute of Electrical and Electronics Engineers, l'associazione — statunitense ma di natura internazionale — di ingegneri e professionisti in ambito tecnologico più grande del mondo. In queste ore il gruppo ha chiesto ai responsabili delle sue oltre 100 pubblicazioni di evitare di contare sull'aiuto di scienziati in forze a Huawei per l'attività di revisione e validazione di nuovi articoli di stampo scientifico.

L'IEEE è un'associazione di primaria importanza: conta più di 420.000 membri tra tecnici, ingegneri, ricercatori e professori provenienti da 160 nazioni; il materiale pubblicato dalle società che vi fanno parte rappresenta un corpus inestimabile che costituisce il 30% della bibliografia globale nel campo dell'elettronica e dell'informatica, e al suo interno vengono stabilite le specifiche tecniche di numerosi standard industriali adottati da tutti i produttori operativi nel settore tecnologico e non solo. Per questo motivo la sua presa di distanza nei confronti di Huawei sta provocando reazioni accese nella patria della società, tanto che alcuni membri cinesi dell'associazione hanno annunciato che smetteranno di farvi parte in segno di protesta.

All'atto pratico però la situazione non è grave come sembra. Stando alle informazioni disponibili sulla vicenda l'IEEE non ha agito per volontà propria ma solo per eccesso di scrupolo, nel timore di violare l'ormai celebre divieto imposto dall'amministrazione Trump. Fino a quando l'embargo non sarà revocato, i dipendenti Huawei membri dell'IEEE potranno continuare a svolgere le proprie attività nell'assocazione, ad eccezione esclusivamente di quelle che riguardano l'approvazione di nuovi articoli. In questo caso quello subito da Huawei è soprattutto un danno in termini di immagine, che segue l'esclusione del gruppo anche dalla SD Association e dalla WiFi Alliance — annunciata nei giorni scorsi ma poi ritirata in queste ore; se anche la vicenda apertasi con l'IEEE seguirà la stessa parabola lo sapremo però soltanto nei prossimi giorni.

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