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Stati Uniti contro Huawei

La Cina avverte le aziende di non voltare le spalle a Huawei: “ci saranno conseguenze”

Il governo cinese ha convocato alcune società statunitensi e non solo, per avvertirle che rispettare il divieto di fare affari con Huawei imposto dall’amministrazione Trump potrebbe portare a conseguenze gravi. Tra i destinatari del messaggio Microsoft e Dell, ma anche la britannica ARM e i gruppi coreani Samsung e SK Hynix.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Dopo il divieto di fare affari con Huawei imposto dall'amministrazione Trump alle aziende statunitensi (e non solo), il numero uno del gruppo di Shenzhen era stato chiaro: il governo cinese non sarebbe dovuto intervenire in difesa della società. In questi giorni però sembra che proprio il governo cinese abbia deciso di rispondere a tono sia agli Stati Uniti che alle aziende che hanno deciso o decideranno di allinearsi alle posizioni del Paese nordamericano. Lo ha riportato il New York Times, secondo il quale l'amministrazione che fa capo a Xi Jinping avrebbe convocato i rappresentanti di numerose aziende tech da tutto il mondo per avvertirli che chiunque dovesse decidere di continuare sulla linea imposta dagli Stati Uniti subirebbe gravi conseguenze da parte del governo.

Il diktat imposto dagli Stati Uniti in effetti non punisce solamente le aziende locali che collaborano con Huawei, ma fa seguire la stessa sorte del colosso cinese a qualunque società decida di rompere il divieto pur rifornendosi di componenti, software o servizi negli USA. Ecco perché negli scorsi giorni anche società europee e asiatiche hanno preso le distanze da Huawei, ed ecco perché tra le società convocate dal governo cinese — oltre a gruppi basati negli Stati Uniti come Microsoft e Dell — sembra ci fossero anche la britannica ARM e i gruppi coreani Samsung e SK Hynix.

Nessuno dei gruppi menzionati dal New York Times ha deciso di rilasciare dichiarazioni in merito all'incontro, ma la minaccia cinese a questo punto suona tutto fuorché generica: a fine maggio il governo aveva annunciato di essere al lavoro su una speciale lista di società e individui inaffidabili — una versione cinese della lista nera del commercio nella quale solo poche settimane prima gli Stati Uniti avevano infilato Huawei. Allora la mossa era stata vista come un semplice avvertimento, che però dopo l'incontro di questi giorni sembra non vada preso sottogamba; resta da capire se le aziende destinatarie del messaggio siano veramente disposte a schierarsi contro gli Stati Uniti in uno scontro del genere.

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