Instagram ha messo in pausa il progetto per realizzare una versione del social network dedicata ai bambini e chiamata Instagram Kids, il cui sviluppo era stato reso noto nel corso degli ultimi mesi. Ad annunciare lo stop è stato il capo del social Adam Mosseri, che in un post pubblicato sul blog ufficiale ha spiegato che l'azienda continuerà a lavorare su esperienze supervisionate dai genitori per quanto riguarda gli utenti più giovani. Secondo Mosseri, il progetto è stato frainteso da pubblico e media: "Non è mai stato pensato per i giovanissimi, ma per i bambini tra i 10 e i 12 anni".
In una serie di tweet il capo di Instagram ha poi spiegato che il progetto "è trapelato prima ancora che noi sapessimo che forma dargli. Le persone hanno temuto il peggio e in quel momento noi avevamo poche risposte. È chiaro che abbiamo bisogno di più tempo". La decisione di mettere in pausa il progetto arriva a poche settimane dalla pubblicazione di un rapporto del The Wall Street Journal dove si rivelava che una ricerca interna a Instagram aveva evidenziato come l'applicazione peggiorasse la salute mentale delle giovani ragazze.
Nel suo post, Mosseri spiega che l'articolo della testata americana "solleva molte domande" e che critiche di questo tipo hanno portato Instagram a introdurre diverse funzionalità che nel tempo hanno provato a mettere un freno alla piaga del bullismo online. La pubblicazione della ricerca interna ha però dato inizio a numerose proteste, soprattutto alla luce del progetto di Instagram Kids trapelato poche settimane prima. Un'ondata di critiche alla quale Facebook ha risposto dicendo che i giovanissimi erano già attivi online e che la loro esperienza sulla piattaforma doveva essere supervisionata. Un approccio che non ha convinto i più critici: "Facebook sostiene che create una versione di Instagram per bambini li aiuterà a stare più sicuri online" aveva commentato Kathryn Montgomery del Center for Digital Democracy. "Il vero obiettivo dell'azienda è quello di espandere il suo brand su una demografica più giovane, introducendo i bambini in un ambiente altamente commercializzato che pone seri rischi per la loro privacy, salute e benessere".