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Riforma europea sul Copyright

Primo passo verso la norma europea sul copyright: perché non è una buona notizia

La commissione giuridica del Parlamento Europeo, riunitasi oggi, come già annunciato, ha espresso parere favorevole per i due articoli che hanno attirato la maggior parte delle critiche riguardo al provvedimento. Si tratta di un primo passo che potrebbe davvero trasformare Internet, facendolo diventare “uno strumento di sorveglianza e di controllo automatizzato sui propri utenti”.
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A cura di Francesco Russo
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Riforma europea sul Copyright

La commissione giuridica del Parlamento Europeo, riunitasi oggi, come già annunciato, ha espresso parere favorevole per i due articoli che hanno attirato la maggior parte delle critiche riguardo al provvedimento. Si tratta di un primo passo che potrebbe davvero trasformare internet, facendolo diventare "uno strumento di sorveglianza e di controllo automatizzato sui propri utenti". Questo il parere di oltre 70 esperti, tra i quali anche in fondatore di Internet, Tim Berners-Lee, che avevano espresso forti preoccupazioni sull'approvazione degli articoli 11 e 13 che in pratica rischierebbero di rivoluzionare Internet per come lo abbiamo sempre conosciuto. L'approvazione di questi due articoli punta a ridimensionare il potere dei grandi colossi tech che ora dovranno sottostare a precisi obblighi, una situazione poco gradita. Un altro aspetto da considerare è che questa norma, che ora dovrà comunque passare al vaglio del Parlamento Europeo interamente riunito, viene approvata in un momento in cui, dal punto di vista commerciale, i rapporti tra UE e Usa non sono idilliaci per via della politica dei dazi avviata dall'amministrazione Trump.

Come si temeva, non vi è stato il nuovo rinvio che tutti attendevano rispetto al voto relativo alle nuove norme sul copyright e la commissione ha espresso voto favorevole sui due articoli che ancora non erano stati approvati e sui quali si sono concentrate la maggior parte delle critiche. Gli articoli in questione sono gli articoli 11, “Protezione delle pubblicazioni di carattere giornalistico in caso di utilizzo digitale”, e 13, "Utilizzo di contenuti protetti da parte di prestatori di servizi della società dell’informazione che memorizzano e danno accesso a grandi quantità di opere e altro materiali caricato dagli utenti”.

Se è vero che il voto della commissione di oggi non significa che la norma entra in vigore, è anche vero che comunque l'esito rappresenta la posizione che il Parlamento Europeo potrebbe assumere una volta che sarà riunito interamente per l'approvazione finale. Approvazione che potrebbe già arrivare entro la fine dell'anno. Anche se va profilandosi un voto addirittura entro il mese prossimo.

Julia Reda, parlamentare europea tedesca, appartenente al gruppo verde, si è da sempre opposta a questa riforma, sostenendo che questa potrebbe davvero sconvolgere Internet: "Le persone avranno difficoltà a fare quello che fanno ormai tutti i giorni, come discutere le notizie ed esprimersi online. Bloccare la nostra libertà di partecipare per servire gli interessi speciali delle grandi aziende di media è inaccettabile".

Raegan MacDonald, responsabile della politica pubblica dell'UE presso Mozilla, creatore del browser web Firefox, lo ha definito un giorno triste per Internet in Europa. "È particolarmente deludente che solo poche settimane dopo l'entrata in vigore del GDPR, una legge che ha reso l'Europa un portatore di standard normativi globali, i parlamentari abbiano approvato una legge che danneggerà fondamentalmente Internet in Europa, con ramificazioni globali".

A festeggiare il voto di oggi sono i grandi editori hanno applaudito al voto della commissione, definendolo una vittoria per l'equità e un riconoscimento del fatto che i titolari dei diritti dovrebbero essere ricompensati.

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