Ultimo appello ad Agcom: la repressione non è mai una soluzione – Intervista a Fulvio Sarzana
L'avvocato Fulvio Sarzana, esperto di diritto informatico e professore di Regolamentazione giuridica delle reti presso l'Università "La Sapienza" di Roma, è uno dei promotori dell'iniziativa Sitononraggiungibile.it che chiede ad Agcom di fare un netto e deciso passo in dietro rispetto all'ormai (tristemente) celebre delibera in materia di diritto d'autore online.
L'Italia e il web, giuridicamente parlando, hanno un rapporto a dir poco orribile, fatto di pressioni politiche, economiche e profonde incomprensioni che nascono –ahinoi– dall'evidente ignoranza che buona parte dei governanti coltiva in materia di rete. A riprova di tutto questo, segnaliamo l'ultimo obbrobrio (in ordine di tempo) che il parlamento italiano si accinge a prendere in considerazione, ovvero una proposta di legge "in materia di responsabilità e di obblighi dei prestatori di servizi delle società di informazione e per il contrasto delle violazioni dei diritti di proprietà industriale operante mediante la rete internet" che farebbe accapponare la pelle a chiunque avesse un minimo (minimo!) di competenza in materia di web. Figuratevi quale può essere stata la reazione di chi, invece, con la rete vive e lavora da un bel po', come l'avvocato Sarzana o Stefano Quintarelli che -attraverso il suo blog- esprime non poche preoccupazioni in merito alle evidentissime lacune della proposta di legge e alle preoccupanti (o quantomeno dubbie) affermazioni in essa contenute.
Noi di Tech Fanpage abbiamo voluto intervistare l'avvocato Fulvio Sarzana proprio per questo: per evidenziare, ancora una volta, tutte le storture del nostro paese in materia di diritto informatico e chiedere -di nuovo- a chi di competenza di non legiferare in un campo così delicato e cruciale per l'evoluzione democratica del paese senza tener conto delle istanze che arrivano dalle associazioni e da tutti i soggetti (competenti) interessati a offrire un contributo al dibattito. Chiediamo che la rete venga regolamentata con buon senso e nell'interesse della collettività, non inseguendo i desideri di aziende e organizzazioni interessate a incrementare i propri profitti. Chiediamo che ci sia trasparenza, responsabilità, umiltà. È ora di finirla con le prove di forza e i giochi repressivi; è stato ampiamente dimostrato che le attività di tipo proibizionistico sono -ormai per definizione- fallimentari, e non aiutano nessuno. Neppure il proibizionista.
Intervista a cura di Anna Coluccino e Vito Lopriore
Proviamo a inquadrare l'argomento il più chiaramente possibile e forniamo ai nostri lettori una cronologia della vicenda Agcom, in modo da non lasciare punti oscuri. Ti va di riassumere, insieme a noi, ogni passaggio cruciale della storia: dalla presentazione della delibera -risalente a dicembre 2010- fino a oggi? Noi ti forniamo le "azioni" di Agcom e tu ci racconterai le reazioni dell'organizzazione sitononraggiungibile e della rete tutta…
Azione 1: Agcom presenta il discusso documento per la prima volta–> dicembre 2010
Reazione 1: Direi che all’inizio di tutto (a gennaio 2011) la nostra Campagna era come una pioggerellina primaverile che non dava tanto pensiero ai coltivatori diretti ( l’AGCOM in questo caso).
Azione 2: Sitononraggiungibile.it presenta la sua proposta di modifica della delibera –> gennaio 2011
Reazione 2: Successivamente, quando alcuni Parlamentari hanno sposato la nostra campagna presentando mozioni ed interpellanze, la nostra Campagna è diventata una discreta pioggia che ha costretto i coltivatori diretti a dover osservare controvoglia ciò che succedeva.
Azione 3: Le associazioni chiedono di essere ascoltate dall'Agcom che le riceve, ma poi ne ignora le osservazioni–> giugno 211
Reazione 3: Quando i firmatari delle due petizioni (quella di sitononraggiungibile e quella di avaaz.org) hanno raggiunto cifre di migliaia e migliaia di persone i “coltivatori” si sono sinceramente preoccupati e hanno cominciato a parlottare tra loro e con i giornali in modo concitato commettendo molti errori.
Azione 4: Agcom affretta l'approvazione della delibera sperando di riuscire a far passare tutto sotto silenzio –> luglio 2011
Reazione 4: Quando c’è stata la Notte della Rete a luglio la pioggia è divenuta grandine e i coltivatori sono stati costretti a correre ai ripari proteggendo come potevano i loro raccolti e cambiando radicalmente l’impostazione iniziale.
Azione 5: Agcom fa un piccolo passo indietro modificando alcuni punti della delibera –> luglio 2011
Reazione 5: Se tutto andrà bene da questa “grandinata” potrà nascere un raccolto più libero e più forte di quello che i coltivatori intendevano malamente proteggere all’origine.
E ora un commento a caldo sull’ultima versione della delibera. Quali sono le principali variazioni? Le trovi migliorative?
Senz’altro si tratta di uno schema di delibera più soft rispetto ai lineamenti di intervento che l’AGCOM aveva predisposto a dicembre del 2010. Nonostante questa innovazione però resta la domanda di fondo e i dubbi emersi sin alle prime battute. Perché un’autorità amministrativa indipendente decide di intervenire nel settore del diritto d’autore all’improvviso, dopo aver predisposto nell’anno precedente un’indagine conoscitiva che arrivava a conclusioni del tutto opposte, e perché vengono introdotti principi di enforcement molto stringenti in un campo che deve spettare, per il controllo democratico che il popolo esercita tramite libere elezioni, al Parlamento? Perché ci si sofferma, come elemento prescrittivo e non negoziabile, sulla repressione del fenomeno chiedendo a coloro che partecipano alla Consultazione di “emendare” il testo già proposto dall’Autorità? Che principio democratico è mai quello in cui si chiede al Cittadino di modificare un testo già pronto privando altresì il Parlamento della possibilità di modificare esso stesso la legge sul diritto d’autore?
Che idea ti sei fatto rispetto alle ragioni per cui l’Agcom ha promosso questo tipo di delibera e sul perché ancora non ceda su aspetti che sono cruciali perché il paese non piombi in una condizione anti-democratica in materia di web? Insomma, che potere e interessi rappresenta l’AgCom?
Non appartengo alla schiera dei dietrologi per carattere. Mi sono convinto che ci sia stata, soprattutto nella prima fase della vicenda una valutazione superficiale da parte dell’Autorità, a causa di una scarsa conoscenza del fenomeno della libera circolazione dei contenuti in rete. Inoltre nella scelta dell’Autorità, soprattutto ripeto nella prima fase, ci può essere stata, come è accaduto anche nelle fasi precedenti all’approvazione del cd decreto Urbani nel 2004, un “pressing” informativo da parte dei titolari dei diritti con la fornitura alla stessa Autorità di dati e studi “allarmanti” provenienti solo da una parte che possono aver ingenerato nell’Autorità l’esigenza di “rompere gli indugi” e di predisporre una normativa “imperfetta” ma rapida.
Da lì è venuta l’esigenza per i firmatari di sitononraggiungibile di preparare un “libro bianco su diritti d’autore e diritti fondamentali nella rete internet” con dati e studi ritenuti “più equilibrati” rispetto a quelli forniti unilateralmente dalle major (n.d.r. per un ulteriore approfondimento della materia invitiamo alla lettura de Il libro bianco sui diritti d'autore, a cura dell'avvocato Fulvio Sarzana).
“La notte della Rete” è stata seguita da più di 90mila persone collegate online, e l’ultimo rapporto Audiweb sull’uso di Internet in Italia nel mese di Luglio parla circa di 26,6 milioni di utenti che si sono collegati almeno una volta al mese, ma di 12,2 milioni utenti attivi che trascorrono molto tempo in Internet. Qual è il reale impatto, secondo te, della rete in Italia e quanto può essere pericoloso sovrastimare l’audience digitale?
La rete ha un’importanza fondamentale come strumento informativo e di conoscenza ma non può rappresentare da sola l’intero spaccato sociale del nostro Paese né può essere utilizzato da solo come indice di popolarità di questa o di quell’altra iniziativa. Cosi come in termini molto più modesti non può essere indice di successo la “partecipazione” virtuale ad un evento sui social network che non sia poi seguito da una capillare organizzazione “fisica” di un evento reale che, di solito, ha caratteristiche molto diverse dagli eventi virtuali. In entrambi i casi il rischio è di sovrastimare le reali forze in campo e di andare incontro a cocenti delusioni quando si passa dalla vita virtuale a quella reale.
Ci sono stati passi avanti da quando l’AgCom, nei primi giorni di Agosto, ha deciso di aprirsi alla rete con un comunicato sul suo sito? Può essere ritenuta una scelta consapevole, dettata dall’ascolto della rete e della pubblica opinione, o solo un modo formale per arrivare alla delibera finale senza tanti clamori?
L’AGCOM, che in una prima fase sembrava del tutto impermeabile ad istanze proveniente dalla rete, ha ritenuto alla fine di poter svolgere un ruolo di equilibrio in una veste però, si deve ripetere, che non le spetta. I motivi per cui abbia scelto poi, dopo il clamore suscitato dalla nostra Campagna, un ruolo più moderato sinceramente mi sfuggono.
Va da sé che una regolamentazione in materia di copyright online sia necessaria ma, per non apparire come i molti che sono soliti dire "questo non ci sta bene" ma poi non evidenziano proposte, ci riassumi la proposta di sitononraggiungibile o, meglio ancora, una proposta che secondo te possa mettere d’accordo i principi “sani” che animano Agcom (se ce ne sono) e il rispetto della neutralità e della liberta della rete?
Le Associazioni firmatarie della campagna Sitononraggiungibile hanno preparato un “pacchetto di norme” che dovranno operare a tutti i livelli per proteggere i diritti degli utenti e dei navigatori web mantenendo al contempo valide le garanzie per i titolari dei diritti [qui il pdf del documento]. Come dicevo poc’anzi si tratta di predisporre norme che non si occupino solo di reprimere ma di risolvere anche le disposizioni “antistoriche” contenute nelle normative a protezione del diritto d’autore tutelando al contempo le libere forme di creatività e la libertà di espressione.
Quali sono i casi in cui il nostro paese mostra maggiore arretratezza in materia di legislazione del web o, come dicevi in un tuo recente articolo, fa del proibizionismo all’amatriciana?
Il nostro Paese mostra arretratezza in tutte le tematiche attinenti il diritto della rete e ciò per vari motivi: in primo luogo manca una coscienza politica, soprattutto a livello parlamentare, di ciò chè rappresenta veramente la rete internet.
I politici fanno a gara per citare la campagna di Obama su facebook o le “primavere” dei paesi Arabi, ma poi non sanno nemmeno cosa sia facebook e non aggiornano le loro pagine personali dal giorno dopo l’elezione raggiunta. In altri casi all’ignoranza si aggiunge la pressione “oscura” di gruppi di potere che influenzano le scelte del legislatore per proteggere i propri interessi di casta. Molto spesso chi deve prendere le decisioni non conosce la reale portata delle norme che vengono proposte loro fuori dai circuiti ufficiali e che vengono presentate come “inevitabili” o all’opposto prive di reali pericoli per la collettività.
Il caso Mediaset-Youtube è rappresentativo del rapporto dell’Italia con la rete?
Il caso mediaset-yotube dimostra come gli usi amatoriali su internet non vengano presi in considerazione dai titolari dei diritti per fini meramente utilitaristici e strumentali e come la nostra legislazione sia assolutamente impreparata alla sfida della modernità. In una società nella quale grazie a Yotube tutti noi possiamo realizzare il sogno di essere famosi per quindici minuti equiparare uno spezzone di pochi minuti di una trasmissione televisiva che finisce su internet ad una grave violazione dei diritti economici della rete televisiva mi sembra un’enormità.
È di pochi giorni fa la notizia di un’estensione del copyright da 50 a 70 anni. L’Unione Europea ha infatti deciso di estendere la durata dei diritti d’autore sui produttori e gli interpreti musicali. Tu come interpretri questa decisione? Non ti sembra il simbolo di una malattia che si sta espandendo in tutto il mondo (e non solo in Italia)?
La direttiva, che deve essere recepita in due anni nei Paesi dell’Unione, privilegia le categorie più forti, ovvero gli autori più famosi e i produttori fonografici che possono cosi incrementare ulteriormente, nel tempo, le loro fonti di guadagno, mentre gli autori giovani e semisconosciuti non beneficiano di alcun intervento concreto perché gli stessi Autori possano affermarsi in un mondo molto difficile e competitivo. Il motivo poi, fortemente protezionista, di equiparare la legislazione europea a quella statunitense per evitare la “fuga” degli autori e dei produttori negli Stati Uniti mi sembra del tutto strumentale. Già oggi le major statunitensi detengono il 90 % del mercato mondiale delle opere cinematografiche e musicali per cui non vedo sinceramente la necessità di una normativa di quel tipo.
Si tratta in realtà di un’ulteriore norma “di parte” frutto del lavoro “indefesso” dei gruppi di pressione che in campo Europeo sono molto più forti ed organizzati che in Italia.