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Zuckerberg testimonierà davanti al Congresso americano (ma non al Parlamento inglese)

Mark Zuckerberg ha acconsentito a testimoniare davanti al Congresso americano, ma ha rifiutato l’invito del Parlamento inglese, dove potrebbe inviare due top manager.
A cura di Marco Paretti
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mark zuckerberg post cambridge analytica

Mark Zuckerberg ha acconsentito a testimoniare davanti al Congresso americano, come riportano CNN e Bloomberg specificando che il fondatore e CEO del social network coinvolto dallo scandalo di Cambridge Analytica apparirà davanti al Sottocomitato della Camera per l'energia e il commercio. L'incontro, non ancora confermato ufficialmente, è frutto della volontà del comitato di ottenere maggiori informazioni sui dati utilizzati da Cambridge Analytica, sospesa dalla piattaforma a inizio del mese. "Stiamo lavorando con Facebook per determinare giorno e orario per la testimonianza del signor Zuckerberg" ha spiegato un portavoce.

Il CEO del social network non comparirà però davanti al Parlamento inglese – anch'esso impegnato in un'indagine sulle operazioni di Cambridge Analytica – dove potrebbero testimoniare due suoi vice. Zuckerberg ha già espresso due volte le sue scuse per lo scandalo che ha colpito la sua piattaforma: la prima volta durante un'intervista rilasciata alla CNN e una seconda volta sulle pagine dei giornali americani e britannici, dove Facebook ha acquistato una pagina intera per pubblicare una lettera nella quale il suo fondatore si scusa per "l'enorme violazione della fiducia" dei consumatori.

"È tempo che io parli con un manager di Facebook dotato dell'autorità sufficiente a fornirmi una spiegazione accurata di questa catastrofe" ha scritto Damian Collins, capo del Digital, Culture, Media and Sport Committee del Parlamento inglese. "Visto l'interesse nel ‘sistemare' Facebook mostrato ad inizio anno, spero che questo manager sia Zuckerberg". Il CEO ha però rifiutato l'invito del Parlamento, spiegando in una nota di poter inviare il suo Chief Technology Officer o il Chief Product Officer, Chris Cox e Mike Schroepfer, per rispondere alle domande. "Penso sia incredibile che Mark Zuckerberg non sia pronto a presentarsi di persona per essere interrogato da un parlamento o congresso, visto che queste domande sono di fondamentale importanza per gli utenti di Facebook e per le nostre indagini" ha commentato Collins. "Gli chiederemo di pensarci di nuovo se ha davvero a cuore le persone che utilizzano i servizi della sua azienda".

La commissione Giustizia del Senato Usa ha fissato per il prossimo 10 aprile un'udienza sul "futuro della privacy dei dati e sui social media", spiegando di voler analizzare la possibilità di nuove regolamentazioni per le aziende tech. L'audizione relativa a Zuckerberg sarà invece dedicata "agli standard sulla privacy per la raccolta, la conservazione e la disseminazione di dati dei consumatori a uso commerciale". Oltre a Mark Zuckerberg, anche Sundar Pichai di Google e Jack Dorsey di Twitter potrebbero essere costretti a rispondere a domande sulla gestione dei dati degli utenti. Un'eventualità resa ancora più concreta dalla presenza di Zuckerberg davanti al Congresso americano. E, allo stesso tempo, parte del motivo per il quale Zuckerberg non si presenterà davanti al Parlamento inglese: farlo significherebbe creare un precedente che obbligherebbe gli altri CEO a fare lo stesso, in una situazione di certo non facile e che li mette a priori in difficoltà.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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