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Riforma europea sul Copyright

Copyright, i promotori della petizione contro la direttiva: “L’UE ha ignorato milioni di cittadini”

Insieme a Wikipedia sono stati tra i più attivi nel combattere i contenuti della direttiva. La loro petizione su Change.org per convincere i deputati dell’europarlamento a rigettare il testo della normativa aveva raccolto cinque milioni di adesioni, ma con il voto di oggi è stata del tutto ignorata.
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A cura di Lorenzo Longhitano
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Riforma europea sul Copyright

Sono passate poche ore dall'approvazione da parte del Parlamento Europeo della controversa direttiva sulla riforma del copyright, e le reazioni ai risultati della votazione non stanno tardando a farsi sentire. Da una parte festeggiano le associazioni di editori; dall'altra, oltre ai cosiddetti big del web, ci sono Wikipedia (che più di tutti ha fatto sentire la propria voce in protesta), l'inventore di Internet Tim Berners-Lee e organizzazioni non governative come Reporter senza frontiere e Human Rights Watch. Tra le voci più critiche di questa fase post voto c'è però quella di Dominic Kis e Pascal Fouquet, che insieme avevano ideato e promosso una colossale raccolta firme sulla piattaforma online Change.org, firmata da più di 5 milioni di persone e terminata come la più popolare mai sottoscritta nel mondo.

Raggiunto da Fanpage.it, Fouquet si è detto "sorpreso che il Parlamento Europeo non si sia reso conto che cinque milioni di persone erano contrarie all'approvazione della direttiva"; dare legittimità ai dubbi di questa fetta di popolazione — continua Fouquet — avrebbe permesso di lavorare tutti insieme su una nuova versione del testo, "una disciplina del copyright digitale equa e giusta per tutti", anziché finire con una "pessima direttiva", che scontenta tutti a parte le industrie dei media. Gli fa eco il collega Dominic Kis: "È vergognoso che il Parlamento Europeo non prenda sul serio le preoccupazioni di milioni di cittadini e non voglia nemmeno votare i singoli articoli. Il risultato avrà un impatto anche al di fuori di Internet. L'intera campagna e il voto stesso saranno stati uno spreco totale di energie a livello politico ed europeo".

Il percorso della direttiva non è terminato con l'approvazione da parte del Parlamento Europeo. A partire dalla data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale i Paesi membri hanno due anni di tempo per recepirne il testo. C'è da immaginare che le proteste anche in queste prossime fasi continueranno a farsi sentire.

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