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Riforma europea sul Copyright

Copyright, l’approvazione della direttiva è in arrivo (e non è una bella notizia)

Solo a fine gennaio l’approvazione della direttiva europea sul Copyright si era arenata, facendo sperare che non ci fossero più i tempi tecnici per approvarla, viste anche le imminenti elezioni europee di fine maggio. Ma Il fatto nuovo è che la commissione affari giuridici del Parlamento europeo ha dato il via libera all’accordo informale del “trilogo” dando appuntamento alla plenaria dell’Europarlamento a fine marzo. E non è una bella notizia.
A cura di Francesco Russo
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direttiva copyright 2019
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Solo a fine gennaio l'approvazione della direttiva europea sul Copyright si era arenata, facendo sperare che non ci fossero più i tempi tecnici per approvarla, viste anche le imminenti elezioni europee di fine maggio. Una situazione che poteva far pensare a un ripensamento di questa norma che rischia, come abbiamo già tenuto a sottolineare, di trasformarsi in una vera minaccia alla libertà delle persone. Il fatto nuovo, riguardo a questo tortuoso iter della norma, è che la commissione affari giuridici del Parlamento europeo ha dato il via libera all'accordo informale che era stato raggiunto tra i negoziatori del Consiglio Europeo e del Parlamento Europeo sulla riforma. Il testo è stato approvato con 16 voti a favore, 9 contrari e zero astenuti. A questo punto, il testo della norma sembra procedere pericolosamente verso l'approvazione che in tanti speravano di evitare e passa alla seconda plenaria di marzo a Strasburgo, che si terrà dal 25 al 28.

Qualche settimana fa sembrava che tutto si fosse fermato, che l'iter dell'approvazione della norma, arrivato alla fase dei negoziati del "trilogo", ossia Consiglio, Parlamento e Commissione Europea, potesse essere fermato per il fatto che il calendario delle plenarie del Parlamento Europeo non remasse a favore. E invece qualcosa è cambiato, al punto che ora ritorna di nuovo tutto in discussione e, anzi, la norma sembra ormai avviarsi, pericolosamente, verso l'approvazione finale.

Infatti, il voto favorevole arrivato dalla commissione affari giuridici del Parlamento Europeo, con 16 voti a favore, 9 contrari e zero astenuti, ha di nuovo aperto la strada verso l'approvazione finale, una tappa che sembrava scongiurata solo fino a qualche giorno fa, viste anche le imminenti elezioni europee.

Solo lo scorso 20 febbraio i rappresentanti dei 28 Stati membri avevano dato l'ok al testo della direttiva approvato la settimana precedente dal "trilogo". La presidenza romena della Ue aveva fatto sapere che il testo aveva ricevuto un "ampio" sostegno, ma si erano espressi contrari Italia, Olanda, Polonia, Finlandia e Lussemburgo.

Come abbiamo tenuto a sottolineare, la direttiva europea sul copyright ha finito per trasformarsi, nel corso del suo iter, in una rivoluzione che potrebbe colpire soprattutto i piccoli e medi editori. E potrebbe davvero diventare una seria minaccia per la libertà delle persone. Una considerazione, questa, che deriva da quanto affermato nei famigerati articoli 11 e 13 della norma che penalizzerebbe i piccoli editori, ossia quelli che non hanno grandi mezzi come i grandi editori che, invece, sono pronti a festeggiare. Questa norma sembra quindi preparare un fronte pericolosamente sbilanciato verso i grandi editori, il che significherebbe privare i piccoli editori delle loro capacità e professionalità. Per non parlare di quella forma di controllo che verrebbe ad essere attuata che fa molta rima con "censura preventiva.

Google, che si è sempre opposta a questa norma, prevede che se mai dovesse essere approvata, in virtù del principio della "link tax" sancito dall'articolo 11, si verificherà un calo del traffico del circa 45% sui siti di notizie, in arrivo dal motore di ricerca. Un dato che per i piccoli editori sarebbe davvero molto pericoloso.

A questo punto, l'ultima tappa resta la plenaria di Strasburgo dal 25 al 28 marzo prossimo e, a meno che non avvenga il miracolo, la norma sulla direttiva europea potrebbe davvero essere approvata. Il che significherebbe portare l'Europa indietro.

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