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Stati Uniti contro Huawei

È ufficiale: Huawei potrà continuare a commerciare con le aziende USA per altri 90 giorni

Il divieto che ha creato attrito tra gli Stati Uniti e il gruppo cinese sarebbe dovuto scattare oggi, ma come anticipato qualche giorno fa da indiscrezioni l’entrata in vigore è stata spostata a metà novembre. Nel mirino del provvedimento insieme a Huawei però sono finite anche altre 46 aziende controllate dal gruppo cinese.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Gli affari di Huawei con i produttori statunitensi sono in salvo, almeno per altri tre mesi. Secondo quanto dichiarato dal Segretario al Commercio statunitense Wilbur Ross poche ore fa, l'amministrazione Trump ha concesso un periodo di ulteriori 90 giorni prima dell'entrata in vigore del divieto imposto mesi fa alle aziende USA di commerciare col gruppo cinese. La decisione era stata anticipata da Reuters nel corso del weekend, ma la conferma di queste ore dà ufficialmente alla società di Shenzhen un po' di respiro e tempo per lanciare in tranquillità i suoi prossimi prodotti — compreso l'atteso smartphone pieghevole Huawei Mate X.

La vicenda ha avuto inizio ormai mesi fa, quando il colosso cinese è finito al centro della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, e di conseguenza è stato inserito in una speciale lista di aziende con le quali i produttori statunitensi sono tenuti a non entrare in affari. Qualche settimana dopo, l'amministrazione Trump ha deciso di prorogare l'entrata in vigore del provvedimento fino al 19 di agosto in attesa di capire che piega avrebbero preso le trattative commerciali con il governo cinese, ma fino alla vigilia della scadenza non erano trapelate notizie che dessero indicazioni sull'orientamento del governo USA sulla questione.

Le prese di posizione delle aziende partner di Huawei costrette a interrompere i rapporti con il gruppo cinese nelle prime settimane della crisi hanno provocato un danno in termini di immagine per il produttore, ma dopo la prima proroga concessa nei mesi scorsi la situazione è temporaneamente tornata alla normalità. Nonostante la nuova proroga concessa in queste ore, per Huawei rimane difficile sostenere queste condizioni a lungo, per due motivi: innanzitutto a margine del provvedimento il presidente USA Trump ha comunque continuato a dichiararsi poco convinto della possibilità di revocare il divieto in via definitiva; inoltre, insieme alla decisione presa oggi, altre 46 aziende controllate da Huawei sono state inserite nella stessa lista nella quale è stata inserita la casa madre.

Non per nulla gli ingegneri del gruppo stanno lavorando alacremente allo sviluppo di un sistema operativo parallelo all'Android della statunitense Google, e denominato Harmony OS. Il software per il momento è destinato a dispositivi indossabili e internet delle cose, ma potrebbe essere riconvertito in poco tempo per l'utilizzo su smartphone in caso l'entrata in vigore del divieto USA non venisse ulteriormente prorogata oltre il nuovo limite fissato a metà novembre.

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