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Libra, la criptovaluta di Facebook

Facebook: la criptovaluta Libra finisce sotto la lente dell’Antitrust UE

Secondo documenti visionati da Bloomberg, l’Antitrust teme che il consorzio di aziende che sta dietro allo sviluppo della criptovaluta possa in futuro abusare della propria posizione per ostacolare le potenziali aziende concorrenti nell’ambito dei servizi e dei pagamenti digitali. I rischi legati a Libra toccano però anche la sfera della privacy.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Fin dal momento dell'annuncio, la criptovaluta di Facebook Libra ha provocato diffidenza negli enti regolatori di mezzo mondo. Gli Stati Uniti hanno già espresso da tempo le proprie preoccupazioni in merito al suo lancio e alla sua diffusione, ma anche l'Unione Europea ha avuto da subito più di un dubbio al riguardo. Ora — stando a quanto riporta Bloomberg — la moneta creata dal social network sarebbe finita sotto la lente di ingrandimento della commissione Antitrust UE per un motivo molto particolare: la possibilità che acquisire una posizione di vantaggio tale da permetterle di tagliare fuori dal mercato altri servizi di pagamento.

L'associazione Libra sotto esame

Per tentare di capire se questo pericolo esista — si legge nei documenti visionati da Bloomberg — i membri della commissione Antitrust UE stanno concentrando i propri sforzi sul funzionamento e sui membri dell'associazione Libra, il consorzio di aziende che insieme a Facebook guiderà lo sviluppo della criptovaluta. Tra le società che vi fanno parte trovano infatti posto Visa, Mastercard, PayPal e più di una ventina di altre grandi società, che insieme potrebbero effettivamente avere sia i mezzi che le motivazioni per tagliare fuori potenziali avversari dal mercato dei pagamenti digitali.

L'associazione in effetti punta a mettere una nuova valuta e un nuovo sistema di pagamento nelle mani di più di 2 miliardi di persone. Una volta influenzate le abitudini di una simile platea diventa semplice sfruttarle per liberarsi della concorrenza; lo insegnano casi come quelli di Microsoft e Google multati in passato proprio dell'Antitrust europeo per aver utilizzato i propri prodotti e i propri sistemi operativi per indebolire prodotti e servizi degli avversari.

Anche la privacy va protetta

In generale, proprio le dimensioni dell'operazione Libra — insieme al fatto che la valuta non è sotto il controllo di alcuno stato sovrano — stanno rendendo le istituzioni estremamente caute nell'accettarne di buon grado l'arrivo. A questo proposito un portavoce del dipartimento dei servizi finanziari dell'Unione Europea ha già confermato a Bloomberg che l'Antitrust non è l'unico ente che sta tenendo la criptovaluta sotto osservazione. Con l'avvento di Libra, Facebook si troverebbe infatti con tutto il potenziale per collegare le informazioni sui pagamenti effettuati con quelle degli utenti che li effettuano: un potenziale scenario da incubo per la privacy di chiunque, sul quale Facebook ha già fornito rassicurazioni ma che i regolatori vogliono essere certi di poter scongiurare.

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