Mentre è come se Zuckerberg avesse realizzato il sogno di Elon Musk, il fondatore di PayPal sogna la corsa allo spazio. È un pensiero lecito, soprattutto considerando che nel primo business plan di PayPal come startup, Musk aveva l'obbiettivo di creare una moneta elettronica. E lo diventa ancora più, valutando a mente fredda l'arrivo di Libra e le conseguenze che la criptovaluta di Facebook potrebbe avere nella realtà socioeconomica globale. E, a pensarci bene, quello che è successo oggi potrebbe cambiare l'economia mondiale, ed è una cosa molto più ambiziosa della semplice idea di uno Zuckerberg che presenta la sua interpretazione del Bitcoin.
D'altronde, parliamoci chiaro, nonostante si basi su blockchain e per definizione Libra sia una criptovaluta (cioè una valuta paritaria, decentralizzata e digitale), la moneta (impropriamente) definita di Facebook con i Bitcoin e le altre "vecchie" criptovalute, non c'ha proprio niente a che fare. Perché lo scopo di Libra potrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere quello di creare una moneta che l'utente voglia mantenere e non scambiare con altri asset. E questo scenario è in netto contrasto la natura speculativa di Bitcoin e le altre criptovalute.
Libra, le differenze con il bitcoin e perché è da considerare una stablecoin
Che Zuckerberg, o meglio, che la Libra Association non voglia che la nuova moneta digitale venga inquadrata come una "riserva di valore" (come Bitcoin, Ethereum e le altre criptovalute), ma come una valuta da poter spendere tutti i giorni è un dato di fatto. Ed è proprio tutto ciò che ruota attorno a questo particolare, che definisce chiaramente le differenze tra Libra e Bitcoin.
Lo scopo principale del progetto è quello di evitare la tipica volatilità delle attuali criptovalute, cioè evitare repentini cambiamenti di valore per della singola unità monetaria. E per farlo, il team che si nasconde dietro alla Libra Foundation ha pensato di ancorare il valore della nuova moneta digitale a quello delle altre valute fiat, una definizione tecnica derivante dal latino "e così sia", che descrive le uniche monete accettate dai vari Stati per riscuotere le tasse: in Italia, ad esempio, la valuta fiat era la lira, poi sostituita dall'euro.
E proprio per questo motivo, chiunque si muova all'interno del settore delle criptovalute per speculare sull'andamento delle diverse monete digitali e sulle repentine oscillazioni tipiche di praticamente tutte le attuali crypto, in Libra non troverà quello che sta cercando.
Insomma, per gli esperti del settore, Libra di blockchain potrebbe avere ben poco, ma di certo la moneta di Facebook potrà sarà l'unica in grado di risolvere uno dei più grandi problemi affiancati alle criptovalute, ossia la fiducia. Le grandi aziende hanno sempre visto negativamente le criptovalute, perché considerate troppo rischiose e molto costose, data la loro grande volatilità. Ed è proprio la stabilità di Libra, che potrebbe attrarre l'attenzione dei grandi operatori istituzionali e privati e portarli verso la blockchain.
Ma se Libra è così diversa dal Bitcoin e dalle altre crypto, perché viene considerata criptovaluta? La risposta è semplice: perché, per definizione, qualsiasi moneta basata su blockchain viene definita tale. Ma con Libra, Facebook e gli altri 27 partner della Libra Association hanno dato vita ad una stablecoin, una vera e propria moneta che ha tutte le potenzialità per andare a concorrere a quelle degli Stati nazionali, e che potrebbe rubare anche una bella fetta di mercato al dollaro statunitense, l'unica valuta che può vantare il primato di essere scambiata al posto della moneta locale in alcuni Paesi in via di sviluppo.
Libra è la realizzazione di uno dei sogni di Zuckerberg: conquistare i Paesi in via di sviluppo
Guardando il quadro con un punto di vista più ampio, il progetto Libra non è altro che un ulteriore passo in avanti nella corsa di Zuckerberg per la conquista dei Paesi in via di sviluppo. Non è un segreto che il fondatore di Facebook stia da tempo cercando di diffondere le connessioni internet anche nelle zone attualmente non coperte, e l'introduzione di diverse versioni di Facebook e di Messenger compatibili anche con i feature-phone, altamente diffusi proprio nei Paesi in via di sviluppo, alla luce dell'introduzione di Libra (che dovrebbe avvenire entro la metà del 2020) potrebbe essere considerata (anche) come una mossa preventiva, per creare la piattaforma di diffusione della nuova moneta digitale, che sarà proprio anche integrata in Messenger e WhatsApp tramite Calibra.
E con queste basi, basta poco per farsi due conti e pensare che con una connessione ad internet e un'offerta di servizi adeguata da parte di Facebook, un'abitante del Venezuela o di un altro Paese con una valuta instabile e inflazionata di continuo, potrebbe volere lo stipendio in Libra.
Certo, per ora sono solo supposizioni, e molto probabilmente inizialmente con Libra saranno possibili solo degli exchange, ossia lo scambio di Libra con euro, dollari, oro etc, ma gli scenari che si aprono con l'arrivo di una criptomoneta stabile e gestita dai più importanti colossi della tecnologia, della finanza e della blockchain, sono infiniti.