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Riforma europea sul Copyright

Riforma del copyright: YouTube si schiera contro l’articolo 13 in vista del voto di lunedì

Una campagna organizzata dalla piattaforma di condivisione video controllata da Google invita creatori e utenti a far sentire la propria voce presso le istituzioni europee, affinché vengano apportate modifiche alla normativa sul Copyright approvata a settembre e in via di stesura nel corso delle prossime settimane.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Non si ferma la battaglia di YouTube contro l'articolo 13 della riforma europea del copyright che il parlamento ha approvato nel mese di settembre. La piattaforma in questi giorni sta intensificando la sua opera informativa inerente i contenuti della futura legge attraverso una campagna pubblicitaria e l'allestimento di un portale ad hoc, nel quale numerosi creatori di contenuti invitano a far sentire la propria voce affinché i legislatori europei rimettano mano al testo della normativa. Lo scopo di eventuali modifiche — per YouTube ma anche per la numerosa comunità di creatori, di semplici internauti e di ricercatori che ne sostiene le posizioni — è quello di "evitare conseguenze imprevedibili" sulla libera diffusione dei contenuti (video ma non solo) e della libera informazione in Europa.

La votazione

Se qualcuno ha l'impressione che di questi temi si sia già parlato, non è nel torto. La riforma del copyright è già stata discussa in sede parlamentare almeno due volte: a luglio, quando è stata rigettata, e a settembre, quando invece si è deciso di procedere con l'iter che la trasformerà in legge. In entrambi i casi sono stati in molti i soggetti che hanno voluto rendere chiara la propria opinione a riguardo, anche perché la questione trattata non è di importanza secondaria e il provvedimento potrebbe cambiare il volto di Internet così come lo conosciamo ora.
L'articolo 13 in particolare prevede di scaricare sui gestori delle piattaforme la responsabilità dei contenuti caricati sui propri server dagli utenti, obbligando siti come YouTube, Facebook e Reddit a effettuare controlli preventivi e a tappeto sulle immagini e i video in via di caricamento, in cerca di eventuali violazioni di copyright come la presenza di brani musicali, loghi o altri contenuti protetti all'interno dei materiali visionati. La procedura è stata giudicata da questi soggetti tecnicamente impossibile da mettere in pratica in modo efficace, tanto che renderla obbligatoria rischia di mettere a repentaglio la loro permanenza in Europa.

Il calendario

Ecco perché il servizio gestito da Google ha organizzato la campagna informativa dispiegata in questi giorni. I contenuti specifici della riforma infatti sono ancora in via di discussione: con la votazione di settembre è stato dato il semaforo verde alla sua stesura, ma la direzione che prenderà sarà definita nel corso di altri tre appuntamenti tra Commissione, Consiglio dei Ministri e Parlamento che si terranno il 26 novembre, il 3 dicembre e il 13 dicembre. La votazione finale avrà invece luogo a inizio 2019. La speranza del servizio di streaming online è che in queste settimane la voce degli oppositori all'articolo 13 si faccia abbastanza fragorosa da far cambiare rotta al provvedimento in fase di stesura.

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