Viaggio dentro a iPhone XS e XS Max: ecco come sono fatti all’interno
Dei nuovissimi iPhone XS e XS Max in questi giorni abbiamo sviscerato ogni dettaglio: dalle caratteristiche principali a quelle che perfino Apple non ha avuto il tempo di sottolineare nella promozione dei dispositivi, passando ovviamente per il prezzo e le offerte di acquisto in Italia. Da oggi però, grazie allo sforzo meticoloso di iFixit che ha sezionato chirurgicamente i due dispositivi, possiamo sapere anche come sono fatti all'interno.
L'aspetto più singolare che si può osservare rispetto agli altri smartphone è la presenza di una batteria a forma di L all'interno del piccolo iPhone XS. Non è la prima volta che Apple tenta di sfruttare tutti i millimetri cubi che ha a disposizione per dare più autonomia possibile ai propri dispositivi, ma nel più ingombrante iPhone XS Max la casa di Cupertino ha optato per due moduli separati, come del resto aveva fatto nell'iPhone X dell'anno scorso. La strada intrapresa a bordo di iPhone XS è probabilmente un esperimento — la capacità dell'accumulatore è lievemente inferiore rispetto a quella dell'unità a bordo di iPhone X — che però potrebbe dare a Apple un vantaggio sugli avversari nelle prossime iterazioni del telefono.
Le differenze che separano iPhone XS e XS Max per il resto sono minime; rispetto alla variante più piccola, il modello extra large vanta una scheda logica più grande, un Taptic Engine (l'elemento che fornisce la vibrazione precisa e tipica degli iPhone) di dimensioni maggiori e una capsula auricolare più ingombrante, mentre per il resto i due telefoni sono decisamente comparabili.
Il processore Apple A12 Bionic (in rosso) rappresenta la novità più significativa di questa nuova generazione di iPhone e risiede sullo strato superiore della scheda logica principale di entrambi i dispositivi, occupandone la maggior parte della superficie. Al suo interno risiedono a loro volta il microprocessore centrale a sei core che si occupa della maggior parte delle operazioni di calcolo all'interno del telefono, una unità a quattro core riservata all'elaborazione grafica, il nuovo neural engine a otto core dedicato alle operazioni di machine learning, il chip Secure Enclave che tiene protette le informazioni relative all'autenticazione biometrica e i chip deputati alla codifica dei flussi video e all'elaborazione delle immagini in arrivo dalla fotocamera.
Anche quest'ultima è stata rinnovata rispetto alla fotocamera presente su iPhone X. In particolare è possibile notare un nuovo sensore principale messo a raccogliere le immagini in arrivo dall'obbiettivo grandangolare dei due telefoni. L'unità è nel complesso del 32% più grande rispetto a quella presente su iPhone X, ma ospita lo stesso numero di fotorecettori che quindi hanno a loro volta dimensioni maggiori e possono accogliere più luce ambientale. Il risultato sono immagini di partenza più ricche di dettagli, sulle quali il processore del telefono può lavorare con più margine restituendo scatti migliori anche in condizioni di luminosità difficili.
L'ultima novità di rilievo purtroppo in Italia non avremo modo di apprezzarla: si tratta del chip eSim (in giallo) ovvero della componente che — affiancando una sim virtuale a quella fisica da inserire nell'apposito slot — permette di utilizzare su iPhone due numeri di telefono in contemporanea. L'elemento risiede sulla scheda dedicata ai chip per le comunicazioni wireless, ma per essere sfruttato richiede il supporto di operatori telefonici che abilitino da parte propria il relativo servizio; da noi, al momento, si tratta di una strada intrapresa solo da Vodafone ed esclusivamente per Apple Watch.