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Stati Uniti contro Huawei

Huawei, colpo mortale da ARM: si sfila la società che progetta i chip

Il gruppo non ha sede negli Stati Uniti ma in una nota diffusa ai dipendenti li ha ugualmente istruiti a interrompere la propria collaborazione con Huawei e le società controllate. Senza le licenze di ARM è però impossibile progettare nuovi microprocessori per smartphone competitivi con quelli della concorrenza.
A cura di Lorenzo Longhitano
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L'ultima azienda ad aggiungersi dalla lista di quelle che potrebbero smettere di collaborare con Huawei è finora quella il cui abbandono è in grado di recare più danni in assoluto all'azienda. Si tratta di ARM, gruppo del Regno Unito ma di proprietà giapponese, che progetta chip che finiscono in quasi ogni smartphone del mondo. Stando a quanto riportato in queste ore dalla BBC, l'azienda negli scorsi giorni ha diramato internamente una nota nella quale chiede ai dipendenti di troncare i propri rapporti con Huawei e le società controllate.

Perché ARM è fondamentale per Huawei

ARM non produce né vende chip, ma è l'azienda che progetta il funzionamento e il design dei processori più diffusi in ambito smartphone: dagli Snapdragon dell'americana Qualcomm, agli Exynos della coreana Samsung, passando per gli Apple A12 e i Kirin che realizza proprio Huawei — tutti sono basati su progetti realizzati e concessi in licenza da ARM e poi perfezionati in casa. Non poter più avere rapporti commerciali con questa società significa per Huawei non poter più progettare i processori che ormai da tempo sono tra i vanti tecnologici dell'azienda, nonché uno dei fattori che permettono ai suoi smartphone di superare la concorrenza. E senza nuovi processori da poter progettare, il problema del sistema operativo dei nuovi smartphone che ha tenuto banco finora passa in secondo piano per il futuro dell'azienda.

Il problema della Entity List

Avendo sede nel Regno Unito però non era per niente detto che ARM prendesse così rapidamente una decisione simile. La natura della precauzione dei piani alti di ARM sembra essere la medesima alla base della decisione presa dalla tedesca Infineon negli scorsi giorni, ovvero che ARM — come Infineon — utilizza nei propri prodotti tecnologia di origine statunitense. In effetti stando al principio alla base della Entity List non sono solo le aziende statunitensi a doversi astenere dal fare affari con le società finite all'interno dell'elenco, ma anche i gruppi degli altri Paesi e che vedono prodotti basati anche solo parzialmente su componenti o tecnologia proveniente dagli USA. Contravvenire alla regola rischia di far finire le aziende colpevoli nella stessa lista, e stando alla nota ottenuta dalla BBC, ARM ritiene di far parte di questa categoria di aziende.

La nota risale addirittura al 16 maggio, mentre è di ieri la notizia della sospensione temporanea del blocco concessa dagli Stati Uniti per dare al gruppo cinese un po' di respiro nei rapporti con Google e altre aziende. Nonostante questo però — riporta sempre la BBC — pare che i dipendenti non abbiano ancora ricevuto alcuna comunicazione sulla possibilità di riprendere la collaborazione con Huawei.

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