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Recensione Oppo Reno 10x: il potente zoom periscopico mantiene una promessa fatta anni fa

La nuova famiglia Reno di Oppo è composta da due dispositivi che si piazzano in fasce diverse, ma che stupiscono nello stesso modo. In un solo anno di presenza in Italia, Oppo è già riuscita a diventare un brand importante, e l’ha fatto anche grazie a due dispositivi fuori dagli schemi, che si distinguono (positivamente) da tutti gli altri.
A cura di Dario Caliendo
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Nonostante in molti credano sia così, in realtà la tecnologia che si nasconde dietro il sistema di zoom periscopico, vista nella prima volta nel P30 Pro, non l'ha inventata Huawei. E, per i più scettici, il video in calce ne è una prova. Ma sì, sono ormai passati anni dalla prima presentazione ufficiale di questo particolare sistema di ingrandimento ottico, e nonostante la prima azienda ad implementarlo in uno smartphone sia stata Huawei, il brand che ha inventato lo zoom periscopico e l'ha costruito e reso utilizzabile è Oppo.

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E sì, anche se con un lieve ritardo rispetto alla concorrenza, anche Oppo ha finalmente dato il via alle vendite del suo Oppo Reno 10X, il suo primo dispositivo dotato dello zoom periscopico, che arriva a circa un mese di distanza dall'Oppo Reno e che nonostante abbia molte caratteristiche in comune con la serie OnePlus 7, è la conferma di un particolare molto importante: seppure con i suoi tempi, Oppo mantiene sempre le promesse fatte. Il che lascia ben presagire l'arrivo della fotocamera integrata nello schermo presentata dall'azienda qualche settimana fa.

Recensione Oppo Reno 10X: è simile al OnePlus, ma con uno schermo peggiore e una fotocamera migliore

Fotocamera pop-up a "pinna di squalo", display borderless e sensore per le impronte digitali sotto lo schermo. Il design dell'Oppo Reno e dell'Oppo Reno 10x integra sostanzialmente tutto quello che ci si aspetta da uno smartphone cinese nel 2019. Dimensioni eccessive comprese, che dopo qualche giorno di utilizzo fanno sembrare anche l'iPhone XS Max un dispositivo compatto.

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Ma è tanto grande quanto bello, soprattutto nel retro, dove il rivestimento in vetro smerigliato è diviso da una striscia nella quale è presente anche un piccolo "puntino" in ceramica che, per quanto possa sembrare insignificante, in realtà nasconde un'idea geniale: grazie a questo particolare (realizzato con un materiale estremamente resistente) quando si appoggia un Oppo Reno o un Oppo Reno 10x sul tavolo non si rischia di graffiare la telecamera, perché la zona in cui è integrato il sistema a 3 fotocamere non viene mai a contatto con la superficie.

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Non è presente l'ingresso per il jack delle cuffie da 3.5mm e no, nessuno dei due Oppo Reno è resistente all'acqua o supporta la ricarica wireless. E nonostante la cornice inferiore sia leggermente più spessa delle altre tre, l'esperienza borderless è sicuramente garantita. Ottimo anche il sensore per le impronte digitali integrato sotto lo schermo, che è di tipo ottico e nei nostri test è risultato molto veloce ed affidabile.

La fotocamera è di buona qualità è molto divertente

Chiaramente l'elemento di design che più risalta all'occhio è la fotocamera pop-up a pinna di squalo, che ha un meccanismo d'apertura piuttosto veloce e può essere utilizzata anche per lo sblocco con il volto. Il sensore integrato è da 16 megapixel e permette lo scatto di selfie di buona qualità, anche grazie ad un'ottica luminosa e con un angolo di visione molto ampio. Il tempo d'apertura della fotocamera, che si alza di 11 gradi, è di 0,8 secondi, e – secondo quanto dichiarato dall'azienda – la struttura può essere utilizzata senza problemi meccanici per più di 200.000 volte.

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Vuol dire che, stimando un'attivazione della fotocamera di circa 100 volte al giorno, la struttura avrebbe una durata garantita di oltre 5 anni di utilizzo. Inoltre, il meccanismo di protezione in caso di caduta può percepire in tempo reale quando il telefono è in caduta libera e ritrarre automaticamente la fotocamera per evitare eventuali danni.

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E proprio per quanto riguarda la fotocamera, partiamo subito con un presupposto: nonostante il nome del flaghip di Oppo sia Reno 10x, in realtà lo zoom ottico periscopico è un 5x e l'ingrandimento a 10x si ottiene con un sistema ibrido, molto simile a quello integrato nel Huawei P30 Pro, ma in un certo senso più potente perché permette un ingrandimento massimo di ben 60x. Ma nonostante il nome fuorviante, quello del Reno 10x è un comparto fotografico estremamente divertente e di ottima qualità, gestibile tramite una ghiera digitale tramite la quale si potranno utilizzare tutte le fotocamere, e con la quale è piuttosto palese, mentre si aumenta il fattore d'ingrandimento, che arrivati a 5x si inizia ad utilizzare la lente periscopica.

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La fotocamera principale è da 48 megapixel ed utilizza il tanto amato (e odiato) sensore Sony IMX586 con una lente f/1.7 che, oltre lo zoom periscopico da 13 megapixel, è affiancata da una fotocamera ultra grandangolare da 8 megapixel f/2.2.

Tutto sommato le prestazioni del comparto fotografico del Reno 10x sono soddisfacenti e, in condizioni di buona luminosità, gli zoom risultano dettagliati e nitidi. Anche grazie al sistema stabilizzazione, estremamente funzionale che, però, inizia a tentennare con poca luce e non riesce a compensare l'apertura f/3.0 dell'ottica, generando risultati piuttosto mossi e sfocati in condizioni di scarsa luminosità.

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La fotocamera principale, però, nonostante non riesca a raggiungere la gamma dinamica dell'HDR+ del Pixel 3, garantisce ottimi scatti in tutte le condizioni di luminosità. E lo fa anche di notte, dove la modalità per lo scatto notturno fa un ottimo lavoro. Buoni anche i video, registrabili alla risoluzione massima di 4K a 60 fps, che conservano un dettaglio notevole, anche se non sono stabilizzati benissimo.

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E se l'Oppo Reno, con il suo hardware da medio gamma è comunque in grado di garantire prestazioni ottimali con un utilizzo medio, quando si parla di Oppo Reno 10x, si parla di tutto un altro smartphone. E non solo nelle specifiche più classiche o per la fotocamera, ma anche per altri dettagli. Il processore è uno Snapdragon 855 con 8 GB di RAM e una GPU Adreno 640 e la memoria interna arriva a 256 GB.

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Inoltre, il carrellino per le nano-Sim supporta l'utilizzo contemporaneo di due sim e una microSD, il che non è cosa da poco. Anche il comparto audio è diverso tra i due Oppo Reno.

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Il Reno 10x integra due speaker stereofonici di buona qualità, ed è in grado di offrire un suono ben più immersivo rispetto alla versione base del top di gamma dell'azienda. Ottima la batteria da 4065 mAh che, con il Reno 10x garantisce senza alcun problema un giorno di autonomia anche con un utilizzo piuttosto stressante.

Il più grande compromesso è lo schermo

E proprio in tema di differenze tra Oppo Reno ed Oppo Reno 10x, la versione top della famiglia di smartphone dell'azienda integra uno schermo ben più grande rispetto a quella base, che arriva a ben 6.6 pollici, con un pannello AMOLED che, però, non eredita ne i 90Hz ne i 1440p del "cugino" OnePlus 7 Pro. Ed è una differenza che si fa notare, soprattutto per via delle dimensioni dello schermo.

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E se per alcuni il paragone con OnePlus 7 Pro potrebbe sembrare poco azzeccato, in realtà questo confronto diretto è dovuto al fatto che Oppo e OnePlus condividono le stesse risorse di proprietà e lo stesso approvvigionamento hardware e, inoltre, non è la prima volta che OnePlus sviluppa uno smartphone top di gamma, sfruttando un telaio di un mid market di Oppo. Il punto è che, questa volta le qualità dei top di gamma dell'azienda potrebbero anche essere superiori rispetto a quelle di OnePlus, e uno schermo con una risoluzione maggiore, con queste dimensioni, sarebbe stato la ciliegina sulla torta.

La ColorOS è migliorata, ma non è ancora perfetta

Assieme ai nuovi Reno, Oppo ha sviluppato anche la nuova ColorOS, che arriva alla versione 6.0 basata su Android Pie 9.0. Ma nonostante il cambiamento rispetto alla versione precedente sia quasi radicale e tutto sommato il sistema sia migliorato sensibilmente, gli sviluppatori dell'azienda hanno ancora molto lavoro da fare fino a raggiungere i livelli della concorrenza, soprattutto quelli di OnePlus che con OxygenOS stanno raggiungendo quasi la perfezione.

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Ma la ColorOS tutto è tranne che un software lento e con bug. A prescindere dagli elementi grafici estremamente invasivi e troppo asianeggianti, l'esperienza utente è sempre rapida e piacevole, con qualche funzione in più che non va sottovalutata, come le fantastiche gestire di navigazione o l'ottimo menu laterale per accedere alle applicazioni più velocemente. Interessante anche la funzione Game Boost 2.0, che migliora le performance dei giochi.

Il prezzo è uno dei suoi pregi

Oppo Reno ed Oppo Reno 10x sono in vendita in Italia rispettivamente ad un prezzo di 499 euro e 799 euro. Due cifre sicuramente invitanti, in linea con il mercato di fascia media, l'una, e piuttosto ridotta rispetto alle caratteristiche dello smartphone, l'altra. Ma se l'Oppo Reno potrebbe essere promosso "senza lode e senza infamia", il discorso cambia per l'Oppo Reno 10x: negli ultimi anni mi è capitato di testare molti dispositivi Oppo, ma raramente mi sono piaciuti quanto il Reno 10x.

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Certo, non ha il fascino dell'Oppo Find X, ma l'Oppo Reno 10x è probabilmente il miglior telefono mai sviluppato dall'azienda e rappresenta forse quel giro di boa di cui Oppo aveva bisogno, per diventare un brand di fascia alta che merita di entrare nell'Olimpo degli smartphone top di gramma.

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