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I migliori eroi videoludici del decennio: ecco quali sono i 10 più famosi

Il portale americano Polygon ha stilato un elenco con i 70 migliori eroi videoludici del decennio 2009-2019, tratti dai più acclamati videogiochi del periodo. Vi riportiamo in ordine sparso i 10 personaggi più famosi per capire l’evoluzione che ha vissuto il medium negli ultimi anni tramite una caratterizzazione più dettagliata.
A cura di Lorena Rao
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Nel corso di questo decennio quasi giunto al termine, il videogioco ha ribadito la sua progressione e la sua intrusione nel pubblico di massa, grazie a numerose opere che sono diventate iconiche, sia per le meccaniche innovative legate al gameplay, sia per lo stile artistico, che per la profondità dei personaggi. Riguardo quest'ultimo aspetto, l'autorevole sito americano Polygon, dopo aver realizzato una classifica sui giochi più influenti del decennio, ha stilato anche un elenco dei 70 migliori eroi dei videogiochi, tratti dai più acclamati successi videoludici, incluse grandi produzioni, ma anche quelle piccole e indipendenti. Vi riportiamo in ordine sparso i 10 protagonisti più famosi per capire l'evoluzione che ha vissuto il medium negli ultimi decenni tramite i suoi personaggi.

Ellie e Riley – The Last of Us: Left Behind

Non serve l'uscita di The Last of Us 2 per definire Ellie una delle principali icone dei videogiochi. La ragazza lentigginosa ha conquistato il cuore dei videogiocatori grazie alla sua ingenuità ribelle, spesso in contrasto col carattere serioso di Joel. È proprio su questo rapporto "padre-figlia" che si basa The Last of Us, acclamato da critica e pubblico per la sensibilità attraverso cui il team di sviluppo Naughty Dog racconta l'apocalisse. Ma è con il successivo contenuto aggiunto, The Last of Us: Left Behind, che Ellie ottiene un posto speciale nell'Olimpo degli eroi videoludici. Il breve DLC mostra Ellie prima dell'apocalisse che ha portato al crollo della società americana, la cui maggior parte si è tramutata in esseri abominevoli chiamati clicker per l'inquietante verso generato. Eppure Ellie e Riley, nuova importante comparsa, ci mostrano come la fantasia e l'amicizia (o l'amore?) riescano a trovare spazio anche quando il buio e la crudeltà sovrastano tutto. Lo dimostra il bacio finale, lasciando intendere il sentimento puro sviluppatosi tra le due. Una conclusione che rende chiara la caratterizzazione che avrà Ellie in The Last of Us 2, presentato con un trailer che rimarrà nella storia, perché grazie alla giovane eroina è stato possibile rappresentare temi non ancora del tutto diffusi nel videogioco, come l'amore omosessuale.

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Lincoln Clay – Mafia III

Il brand Mafia è molto popolare tra i videogiocatori, perché riprende gli stilemi classici del filone cinematografico/televisivo della mafia story, e li reinterpreta in forma videoludica per raccontare l'operato della mafia italo-americana nel corso del 900 nelle metropoli statunitensi come Chicago e New York. Il terzo capitolo, uscito nel 2016, rappresenta una vera e propria rivoluzione non solo per la serie stessa ma per il videogioco in generale. I due precedenti protagonisti, orgogliosamente italo-americani, come Tommy Angelo e Vito Scaletta, lasciano spazio a Lincoln Clay, un reduce della guerra del Vietnam afroamericano invischiato in una vendetta personale contro la famiglia mafiosa dei Marcano. Un dettaglio importante, perché dona varietà all'immensità di protagonisti videoludici, la cui maggior parte è di etnia bianca. Ma la scelta di rendere Lincoln Clay il protagonista di Mafia III non dipende esclusivamente da questo aspetto, ma è strettamente legato al contesto in cui si svolge il gioco, ovvero New Orleans 1968. È un'atmosfera critica, in cui le contestazioni giovanili e femministe vengono rese più tese dalla Guerra del Vietnam e dal razzismo ancora concreto nel Sud degli Stati Uniti, nonostante siano passati pochi anni dai movimenti per i diritti civili degli afroamericani. Attraverso Lincoln Clay il giocatore riesce a vivere sulla pelle le tensioni dell'epoca, narrate sapientemente tramite un taglio violento e documentaristico.

Oca dispettosa – Untitled Goose Game

Passare dalla rappresentazione dell'omosessualità e razzismo a un'oca può sembrare incomprensibile. Eppure Untitled Goose Game è una delle più recenti perle videoludiche, grazie al suo umorismo tratto dalla commedia anni 20, da vivere e godere tramite la sua protagonista, un'oca dispettosa e astiosa nei confronti degli abitanti di una cittadina britannica. Tuttavia la goffaggine del palmipede, uniti alla sua cattiveria, regala un'esperienza davvero mai vista prima. Semplice sì, ma estremamente funzionale e divertente. Per questo l'oca merita di essere citata tra i migliori protagonisti dei videogiochi.

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Dutch – Red Dead Redemption II

La peculiarità della classifica di Polygon sta nel fatto che non è incentrata esclusivamente sui protagonisti, ma presenta anche personaggi secondari o antagonisti. Ecco perché non stupisce trovare Dutch van der Linde, ovvero una delle principali personalità di Red Dead Redemtpion II. "Ho un piano": questa è la frase chiave dell'affascinante capobanda fuorilegge, sempre pronto ad andare contro tutto e tutti pur di apparire come risolutore invincibile. Spinto dalla filosofia di frontiera, non è ancora pronto ad accettare la civilization che sta investendo gli Stati Uniti del 1899. Un'ostinazione spesso fastidiosa da vivere nei panni di giocatore, ma che allo stesso tempo caratterizza in maniera encomiabile Dutch van der Linde. Non solo Arthur Morgan quindi, ma l'intero Red Dead Redemption II è una sfaccettatura meravigliosa di personaggi, attraverso cui vivere il passaggio dalla wilderness tipicamente di frontiera all'industrializzazione che renderà gli Stati Uniti la maggiore potenza del XX secolo.

Max e Chloe – Life is Strange

La piccola casa di sviluppo francese Dontnod deve molto a Life is Strange per la fama ottenuta. Affacciatosi in punta di piedi nel 2015 con il primo episodio, il titolo ha in seguito conquistato critica e pubblico per diversi motivi, come lo stile televisivo evidente nel taglio registico, la colonna sonora non originale particolarmente vincente, la trama thriller avvincente legata ai viaggi nel tempo, e, soprattutto, le sue protagoniste: Max e Chloe. La prima è una ragazzina appassionata di fotografia profondamente razionale e composta, a differenza della sua migliore amica, dall'animo punk e ribelle. Il forte rapporto tra le due liceali regola i cinque episodi di gioco, e permette di approfondire l'animo umano nelle sue miriadi di sfaccettature, tra timori, amori, inganni e legami. Life is Strange dipinge il mondo degli adolescenti con sensibilità e maturità, dentro cui il videogiocatore può esprimere la propria visione, grazie alla grande influenza che hanno le sue scelte sulla trama. Ma Max e Chloe hanno una loro caratterizzazione e, nonostante le frequenti incursioni del giocatore, hanno una loro personalità, a cui è praticamente impossibile resistere.

Sam Porter Bridges – Death Stranding

Da lui dipendono le sorti di un'America ormai isolata e abbandonata a se stessa. Non importa se il mondo dei morti si è impossessata di quello dei vivi, né degli umani impazziti a causa del lavoro rubato dalle macchine. Sam vuole combattere contro tutto questo, per mettere di nuovo in connessione gli americani. Lo fa attraverso la consegna di pacchi, in quanto è un corriere. È su questo particolare concept che si fonda Death Stranding, l'enigmatico titolo di Hideo Kojima. Interpretato da Norman Reedus, Sam Porter è un personaggio malinconico, sensibile, reso genuino dalle azioni quasi intime che si possono compiere quotidianamente. Al di là delle superamento dell'inquietanti CA, magari trattenendo il respiro, ciò che ci fa apprezzare Sam sono minuziosità, come le smorfie fatte davanti lo specchio, o il suo sguardo rivolto verso il basso mentre si fa la doccia, o ancora, sentire il suo tono di voce più felice quando vede che il neonato collegato al busto, BB, lo è altrettanto. Nel corso del gioco Sam viene spesso definito un eroe, una leggenda, ma lungo i suoi tortuosi viaggi per riunire l'America, ciò che ci colpisce di questo personaggio è conoscere il lato più umano e nascosto.

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Kassandra  – Assassin's Creed Odyssey

Non è la prima protagonista femminile di Assassin's Creed, eppure la spartana Kassandra resta uno dei personaggi più importanti e apprezzati della serie di Ubisoft, forse più del suo corrispettivo maschile, ovvero Alexios. Nonostante i due protagonisti seguano la stessa sceneggiatura in Assassin's Creed Odyssey, Kassandra riesce a spiccare maggiormente. Forse è merito della sua estetica, che rimanda alle donne giunoniche e possenti della scultura greca, essendo lei erede della forza di Leonida. Forse è pure merito del doppiaggio: nella versione originale del gioco è doppiata dall'attrice Melissanthi Mahut, che dona una particolare caratterizzazione a Kassandra, che parla sì in inglese, ma con un marcato accentro greco. O forse è merito delle sue relazioni con le donne e gli uomini della Grecia del V secolo avanti Cristo. Insomma, non si sa bene quale sia il reale motivo, dato che come è stato detto Assassin's Creed Odyssey permette di vivere la medesima avventura sia nei panni di Alexios che di Kassandra, ma l'eroina spartana assume un ruolo speciale in questa classifica.

Tracer – Overwatch

Il popolare titolo di Blizzard deve parte del suo successo al corollario di personaggi che presenta: ognuno è caratterizzato con grande minuziosità e cura, sia dal punto di vista estetico che caratteriale, andando lontano dagli stereotipi diffusi nella rappresentazione umana nei videogiochi. Eppure, tra i diversi combattenti di Overwatch, ce n'è uno che ne è diventato il simbolo, ovvero Tracer. Inizialmente apprezzata per le forme sinuose del suo corpo, evidenziate dalla tutina aderente arancione, l'esuberante pistolera è riuscita a conquistare i giocatori grazie alla sua storia e al suo carattere. Emblematico fu il suo caso di coming out, avvenuto a sorpresa con la pubblicazione del fumetto nel 2016 di "Reflections", in cui veniva mostrata Tracer baciare la sua compagna Emily dopo aver scartato i regali di Natale. Chissà come si evolverà in Overwatch 2.

Lara Croft – Tomb Raider reboot

Lara Croft era già icona negli anni 90, ma lo è tutt'ora grazie alla rinascita cominciata nel 2013 con il nuovo Tomb Raider. Con la nuova trilogia, conclusasi nel 2018 con Shadow of the Tomb Raider, la bella archeologa inglese compie un percorso verso la maturazione che l'ha resa celebre. Da ragazza indifesa e timorosa del primo capitolo diventa donna combattiva e impavida, pronta a sconfiggere nemici cinici – e per lo più disumani, pur di soddisfare la sua sete di conoscenza e dare giustizia al ricordo del padre defunto. Una nuova Lara decisamente più umana e meno eroina, ma non per questo meno apprezzabile, anzi. Al giorno d'oggi i protagonisti videoludici lasciano trasparire l'esigenza dei videogiocatori di immedesimarsi in un personaggio più realistico e verosimile, ognuno con le proprie paure e le proprie ambizioni. In questa nuova corrente Lara Croft resta un esempio encomiabile, grazie a un'evoluzione necessaria più in linea con la produzione videoludica attuale.

Senua – Hellblade: Senua's Sacrife

Hellblade fa parte delle piccole produzioni citate all'inizio di questo articolo, perché pur essendo stato sviluppato da un team ristretto come Ninja Theory, è una delle opere videoludiche più rappresentative del decennio. Senua, interpretata da una meravigliosa Melina Juergens, è una combattente del mondo celtico, pronta ad affrontare un viaggio non contro nemici reali, ma contro le voci che assillano la sua mente. Hellblade: Senua's Sacrifice è infatti un'opera sulla schizofrenia e sulla psicosi, raccontata in maniera simbolica ma non per questo meno profonda. Vestire i panni di Senua ci rende in un certo senso indifesi, perché potremmo pure sconfiggere i nemici a suon di spada, ma non potremmo fare altrettanto con le voci e le visioni che costellano l'intera esperienza. Un viaggio ansiogeno, potente, che sfrutta appieno le caratteristiche del videogioco per mostrare fenomeni diffusi della nostra società.

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